
Con la riforma elettorale alle porte gli attori politici del centrodestra tentano di riorganizzarsi. Ognuno per proprio conto. Anche in Europa. È stato Matteo Salvini il primo a rimettere mano al quadro delle alleanze continentali scegliendo di stare con il Front National di Marine Le Pen. Una decisione coraggiosa che ha segnato un punto di svolta epocale nella “mission” della Lega. Il partito, un tempo localista, si è convertito al nazionalismo della nuova destra europea. Sulla medesima scia si è inserita Giorgia Meloni con “Fratelli d’Italia”.
Se dal punto di vista strategico non vuol dire granché, sotto il profilo tattico invece conta moltissimo. Con l’entrata in vigore dell’Italicum, che introduce il secondo turno di votazione quando nessun partito, al primo, raggiunga la soglia prevista per il premio di maggioranza, la sfida prioritaria riguarderà nel prossimo futuro non chi sia in testa ma la seconda forza che avrà accesso al ballottaggio. Stando ai numeri attuali lo sfidante del Pd dovrebbe essere il Movimento 5Stelle. Tuttavia, nell’ipotesi di confluenza elettorale dei due partiti filo-lepenisti, se si sommano i voti prognosticati alla Lega a quelli di Fratelli d’Italia ci si accorge che potrebbe essere un testa-a-testa con il Movimento 5Stelle per il diritto a sfidare al secondo turno il “partito della nazione” di Matteo Renzi. In questo scenario le formazioni “moderate” sarebbero condannate a restare fuori dai giochi. Nei giorni scorsi anche Raffaele Fitto ha avviato una manovra di riposizionamento. Il parlamentare europeo è virtualmente un ex di Forza Italia.
Probabilmente attenderà la chiusura delle urne delle regionali per dare l’annuncio ufficiale dell’addio a Berlusconi. Nel frattempo lui e i suoi non restano inoperosi. Si muovono anche in Europa. È stata pubblicata nei giorni scorsi una lettera inviata dai “ricostruttori” fittiani a David Cameron, il premier conservatore inglese il quale è in corsa per vincere le elezioni nel suo paese. Quanto Cameron si possa sentire felice del sostegno di Raffaele Fitto non è dato di sapere. Quel che conta, invece, è il segnale politico lanciato dall’ennesimo gruppo partorito dal ventre berlusconiano. Fitto e i suoi intendono occupare lo spazio del conservatorismo, che in Italia è rimasto vuoto dopo la scelta del PdL di andare a intrupparsi nel Partito Popolare europeo.
Mossa astuta, quella di Fitto, che non mancherà di provocare conseguenze. Forza Italia dovrà, nei prossimi giorni, fronteggiare un ulteriore problema: la sua base elettorale chiederà conto della permanenza in un gruppo parlamentare europeo, nel quale è a mala pena tollerata, dominato dalla Cdu della signora Angela Merkel. Come farà Forza Italia a sostenere posizioni critiche verso l’Europa se poi, a Bruxelles e a Strasburgo, si piega agli ordini di scuderia impartiti dalla corte della sovrana tedesca? Non sarà facile per Berlusconi trovare una spiegazione plausibile per un evidente caso di strabismo politico. A proposito dei “ricostruttori” fittiani notavamo alcune illustri assenze tra i firmatari della lettera. Mancano Augusto Minzolini e Francesco Paolo Sisto. Si è trattato di un errore del tipografo che ha stampato la lettera o c’è dell’altro?
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:36