Forza Italia, un partito che non deve morire

Che Forza Italia sia nel caos è un fatto già appurato da tanto tempo e non ci voleva “la Repubblica” a certificarlo in prima pagina. Il lupo perde il pelo ma non il vizio; però, mentre tutti i quotidiani nazionali, compresi quelli vicini al partito dell’ex Cavaliere, richiamano la massima attenzione dei lettori sulle tragedie africane ed asiatiche e sulle solite ciance del “pifferaio fiorentino”, nonché sulle giornaliere performances del solito Papa Bergoglio che invita tutti noi, che saremmo il popolo responsabile di questi eccidi a causa del “complice silenzio”, a reagire; il quotidiano di Carlo De Benedetti non perde l’occasione per gioire delle disgrazie altrui che per lui rappresentano gioia e salvezza.

Comunque, noi che non dimentichiamo il sogno liberale nel quale abbiamo per vent’anni creduto e, sebbene disillusi, invitiamo Silvio Berlusconi alla calma ed alla meditazione sui tanti errori commessi al fine di ridare a quel sogno concretezza e speranza. Ma per fare questo deve, una volta per tutte, eliminare dalla sua corte, perché di questo si tratta, i tanti personaggi che lo condizionano in ogni sua iniziativa.

Pensate all’errore commesso con Gianfranco Fini che è stato capace di rinnegare addirittura il suo passato pur di dar corpo al suo progetto di sostituire il Cavaliere alla guida di un partito utile solo per il suo interesse. Pensate ad Angelino Alfano che, furbescamente, lo ha indotto a fare il Governo delle larghe intese e dopo il giustificato ripensamento a causa dello strapotere del Partito democratico, che ha pensato bene di sostituire Enrico Letta alla guida del Governo con il Pifferaio Fiorentino, lo ha pugnalato alle spalle creando un partito utile per consentire al rottamatore di governare con i risultati che ben conosciamo, accontentandosi di un ruolo subalterno al partito renziano che in tanti chiamano il “Partito della Nazione” offendendo tutti quegli italiani che conoscono bene il significato di nazione. E che errore farsi consigliare sempre dal cerimoniere fallito Gianni Letta o dal diplomatico Denis Verdini che lo ha tentato sulla possibile condivisione con Matteo Renzi della strategia sulle riforme, strategia rivelatasi anch’essa fallimentare, a tal punto da indispettirlo ed offenderlo con l’elezione di un capo dello Stato a lui non gradito. Mi fermo qui perché altrimenti l’elenco degli errori è tale da sfiduciare qualsivoglia cittadino a dar fiducia ancora all’ex Cavaliere, con la gioia infinita di De Benedetti e del suo mentore Eugenio Scalfari.

Silvio Berlusconi non potrà mai essere cancellato dalla memoria degli italiani liberi ma ci deve fare un piacere: non deve rinnegare la sua storia che coincide con la nascita di un partito che si chiamava Forza Italia e che, anche dopo la disastrosa esperienza pidiellina, deve continuare a chiamarsi così per la semplice ragione che proprio in questo momento, davvero triste e drammatico, gli italiani, quelli veri, debbono riacquistare la speranza nella rinascita e nel progresso. L’Italia, come certificano tutti i rilevatori economici e sociali, soffre di una crisi d’identità; posto che Renzi, le cui doti di affabulatore sono notevoli, può convincere tanti, ma non tutti per fortuna, con le bugie quotidiane sulla crescita e sulla diminuzione della pressione fiscale, che viceversa ha raggiunto livelli insopportabili. Pensate alla balla della crescita del Pil dello 0,7 per cento ed al contempo alla clausola di salvaguardia che prevede l’aumento dell’Iva per lo stesso anno qualora l’Italia non dovesse rispettare la percentuale del debito al 3 per cento.

Ma il popolo italiano ha passato la Pasqua, preceduta dal campionato di calcio, alla meno peggio grazie alle peripezie degli italiani con il bilancio familiare; ragione per la quale una bella signora, laureata in economia ma disoccupata, si presenta da Carlo Conti chiedendo di poter fare la valletta alla prossima manifestazione di Assisi con il soddisfatto bene placito del marito; poi la bella signora dà pieno sfoggio della sua preparazione scolastica in geografia, confondendo non solo la città con la regione di appartenenza ma dimostrando di non conoscere il Paese dov’è nata!

Per favore Berlusconi non faccia morire il partito che porta il nome dell’Italia ma, da padre nobile con un vero ed intramontabile sentimento libertario, faccia si che la parte più bella della gioventù italiana selezionata da noi per i valori di cultura, entusiasmo e professionalità s’impadronisca del Paese più bello del mondo così da non lasciarlo in balia dei mestieranti della politica che trovano terreno facile nella disperazione della gente. Forza Italia non deve morire!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:28