
Nel giro di ventiquattr’ore abbiamo assistito all’ennesima sceneggiata democristiana. L’altro giorno, durante il preserale di “Quinta Colonna”, l’ex ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha dato sfoggio, rispondendo alle domande dell’imbarazzato Paolo Del Debbio, delle sue doti di comunicatore tra l’ipocrisia e la giustificazione di un comportamento che definire squallido è poco. Se come padre e marito ha detto certamente la verità, in quanto qualunque padre e marito ha il diritto di preoccuparsi del futuro del figlio e del benessere della famiglia, come politico e componente della compagine governativa guidata dal pifferaio fiorentino ha dato sfoggio, attraverso il solito richiamo al bene del Paese ed alla tutela degli interessi degli italiani (condito dallo stucchevole senso di responsabilità di berlusconiana memoria), dell’ennesima pantomima propria dei democristiani illuminati. Ma con un’enorme differenza di stile. Avrebbe voluto imitare Giulio Andreotti ma non ci è riuscito specie quando, mentendo clamorosamente, ha dichiarato che Matteo Renzi non ha in alcun modo influito sulla sua decisione, assunta in piena autonomia per il bene di tutti noi.
All’indomani, un altro democristiano sulla scena mediatica, l’ineffabile Roberto Formigoni, ribadendo fedeltà a Renzi ha ribadito la non influenza del pifferaio fiorentino sulla decisione di Lupi, ma ha tenuto a rimarcare la necessità da parte della maggioranza di governo di compensare con la nomina di un altro esponente del Nuovo Centrodestra a capo di un ministero di pari importanza e valore. Non potendo il suo partito, che ha definito perfettamente strutturato, rinunciare al “peso politico” che attualmente ha nella coalizione di Governo. Ciò vuol dire che per un partito strutturato il peso politico conta per il solito clientelismo di democristiana memoria da sfruttare in una non desiderata, per il momento, competizione politica. Ma questi voltagabbana che dimenticano di essere stati eletti con il Popolo della Libertà grazie al miracoloso recupero di Silvio Berlusconi nella competizione elettorale del 2011 dopo la caduta del Governo tecnico presieduto da Mario Monti, non si sono resi conto ancora - perché sperano sempre di riagganciare Forza Italia ed il suo capo - che il popolo per quanto inerme e disilluso non perdonerà mai i traditori, com’è successo con il rinnegato Gianfranco Fini.
Dell’Ncd fa parte anche un’ex pupilla di Berlusconi, Nunzia De Girolamo, che comincia a dare segni di insofferenza in presenza di una piazza che non sopporta i voltagabbana, ma che deve rimanere ancorata (suo malgrado) alla maggioranza per motivi di talamo condiviso con un cattocomunista convinto, Francesco Boccia. Certo l’amore può sbocciare sempre anche tra persone dalle idee politiche diverse ma dopo un po’ di tempo, specie nella confusa situazione politica attuale, uno dei due deve abdicare alle sue idee per non rompere il giocattolo. La De Girolamo, a mio sommesso avviso, non sopporta molte cose dell’attuale maggioranza tanto che in una recente intervista ad un giornale straniero ha posto condizioni che sono inaccettabili non solo per Renzi ma anche per Formigoni che non molla la presa; vorrebbe tornare all’ovile come Barbara Saltamartini, ma l’amore impedisce il salto!
Ma davvero, come sostiene e pensa Formigoni, il popolo italiano è contento dell’attuale andazzo politico e risolto il problema dell’Irap e della tassazione eccessiva per le partite Iva, nonché quello della corruzione e della prescrizione (allungandone i tempi) non potrà che premiare non solo il Pd renziano ma anche il Nuovo Centrodestra? Follia pura, perché il popolo italiano ridotto alla fame e senza alcun riferimento morale, se si andasse al voto spazzerà via per sempre questa classe politica con la speranza, da parte mia, che Berlusconi ed i dirigenti di Forza Italia, quelli eletti con le primarie e non i soliti Denis Verdini e Gianni Letta, aprano gli occhi tornando a quelle politiche liberali che stanno riconquistando l’Europa.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:49