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Il popolo in democrazia si dice sia sovrano, ma è una balla colossale che trova il suo riferimento solo nei libri che si occupano di Costituzione repubblicana. In realtà il popolo non conta nulla quando, come accade da noi, delega la sua volontà ai suoi rappresentanti che elegge, senza vincolo di mandato.

In Italia, visto l’estremo degrado della classe politica sotto ogni profilo, quello morale e culturale più degli altri, assistiamo giornalmente alle performance del pifferaio fiorentino che alla guida di un Governo composto da politicanti di mestiere e da signorine o signore belle ma insignificanti, sta portando il Paese più bello del mondo allo sfacelo. Ma per poter collegare il popolo ai suoi rappresentanti bisogna inquadrare il popolo in un contesto sociale particolare. Nell’ottica ho con attenzione osservato ciò che accade in una trasmissione televisiva della Rai, per la precisione “Affari tuoi” ed in una trasmissione televisiva di Mediaset, per la precisione, "L’isola dei famosi".

Assistendo alla prima si ha netta la sensazione di un popolo prostrato che attraverso i suoi partecipanti manifesta l'estrema angoscia di una vita condotta senza certezze e con l’unica prospettiva di impossessarsi attraverso la scelta del pacco giusto di una somma di denaro che possa alleviare la disperazione giornaliera. Il fatto ancor più grave è che a partecipare al triste gioco non è la gente povera e sfortunata ma anche coloro che un tempo appartenevano al ceto medio, cioè a quella media borghesia che era il centro propulsore del Paese. Se a ciò aggiungiamo la conduzione della trasmissione in mano ad un attore bravissimo, che si traveste da pagliaccio per far ridere gli spettatori, in gran parte pensionati, che ridono o piangono per le sorti del concorrente, non si può che trarre una conclusione scontata: "Questo è il popolo che elegge i propri rappresentanti o meglio il popolo che merita la classe politica attuale".

Assistendo alla seconda trasmissione quella diffusa dalle reti Mediaset, la sensazione è ancora più desolante se si pensa che per distogliere la gente dai propri tristi pensieri bisogna offrir loro lo spettacolo davvero squallido di alcuni personaggi famosi che si dilettano, profumatamente pagati, in un'isola dove la natura la fa da padrona e dove un tipo come Rocco Siffredi, famoso per le sue prestazioni sessuali, fa finta di arrabbiarsi con qualche concorrente, ovviamente donna, facendo sfoggio del suo fascino. Che dire se non le stesse cose che abbiamo detto per la trasmissione della Rai. Se il popolo è questo come può essere la classe politica che elegge se non quella che abbiamo sotto gli occhi e che dà quotidianamente dimostrazione di disinteresse per il bene pubblico completamente trascurato ed ipocritamente esaltato con l'enunciazione di riforme che non vedranno mai la luce.

Nel frattempo il consiglio dei ministri approva decreti legislativi devastanti per la reale tutela degli interessi dei cittadini, preoccupato, attraverso le liberalizzazioni e la costituzione di nuove società di capitali, di mettere in mano alle banche le sorti dei cittadini. Ma non basta, leggiamo che sua maestà Vittorio Emanuele è stato risarcito con quaranta mila euro da tutti noi, per l’ingiusta detenzione subita a causa delle gesta di un pubblico ministero, che nonostante tutto non solo non paga ma rimane in magistratura, mandato altrove per creare altri danni. Ma questo episodio è marginale se confrontato con le tragedie subite da altri cittadini, che dopo nove anni di processo, vengono assolti con la formula più alta: "de il fatto non sussiste”, mentre, nel frattempo, non solo sono stati arrestati ma hanno dovuto abbandonare la professione per iniziativa di un istituto bancario che per sanare i propri incagli ha pensato bene di incastrare una persona estranea ai reati contestati.

Ma mentre il "Savoia" ha avuto gioco facile nell’introdurre l’azione risarcitoria, il professionista ha dovuto dar luogo ad un giudizio che si sa quando inizia ma non si sa quando finisce. Eppure Renzi ed il suo Governo si vantano di aver riformato la giustizia! Ma fino a quando il popolo italiano sarà quello descritto, non vi è alcuna speranza di cambiare le cose!

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:23