
Ma quanti personaggi squallidi stanno sul proscenio della politica e dell’informazione pubblica? Io che sono un garantista, fin quando non saranno acquisite prove certe sulla questione delle Banche Popolari e sul commissariamento della Banca Etruria, non mi sento per tale evento di colpevolizzare la giovane e bella ministra Maria Elena Boschi, responsabile viceversa per tracotanza e spavalderia insieme al suo mentore Matteo Renzi. Dovrà essere fatta chiarezza sulle eventuali responsabilità del padre della ministra, vicepresidente della banca, e sulle responsabilità del Consiglio di amministrazione e dell’amministratore delegato, nonché del direttore generale.
Dopodiché, non prima, si trarranno le conclusioni. Viceversa non si comprende l’atteggiamento tracotante del signor Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, che si permette di chiedere informazioni al Parlamento sulla riforma dell’informazione mentre non si vergogna, facendo il moralista, lui che avalla trasmissioni di infimo livello culturale come “L’Eredità”. Ci tocca assistere a risposte che definire offensive per l’italiano medio è poco: domanda, in quale regione si trova Agrigento? Risposta: Piemonte! Quanto alla morale del dottor Gubitosi ci piace riferire un episodio che al contempo riguarda una vergognosa vertenza giudiziaria intrapresa da un grande giornalista, conduttore di una splendida trasmissione culturale, di punto in bianco licenziato dopo più di venticinque anni di onorato servizio, dedicato a quella cultura che è totalmente assente nella gran parte delle trasmissioni della Rai, perché, dopo apposita autorizzazione aveva chiesto la collaborazione della moglie, anche lei giornalista, nella trasmissione da lui condotta.
Ovviamente il giornalista ha impugnato l’illegittimo licenziamento, ottenendo dal Tribunale di Roma pieno riconoscimento delle sue ragioni, con sentenza che ha disposto non solo il reintegro nel posto di lavoro, ma anche il risarcimento del danno. Gubitosi, infuriato per la sentenza ma non sorpreso per i sospetti rilevati dal quotidiano “Il Tempo”, sulle infiltrazioni mafiose anche in Rai, con particolare riferimento ai bar, si scaglia contro il magistrato reo di aver fatto giustizia, e promettendo cambi di modulo in quanto sarebbe frustrante il comportamento del giudice del lavoro che con il suo pronunciamento avrebbe impedito di inserire un po' di etica nel carrozzone pubblico.
Ma da quale pulpito proviene la predica se è vero come è vero che Mafia Capitale avrebbe usato i suoi tentacoli per lucrare dagli appalti Rai. Caro Gubitosi, gli antichi Romani quelli che hanno con i Codici che i più illuminati Stati Europei ancora usano, avrebbero liquidato la polemica, con questa lapidaria frase: “Et de hoc satis”; e ove si fossero occupati delle gesta del Gubitosi, avrebbero liquidato il caso, con le altrettanto frasi lapidaria: “De minimis non curat” oppure “Tamquam non esset”.
Il commento finale è sempre lo stesso: povera Italia, come sei ridotta!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:22