Annunziata vs Salvini,  l’oblio e il tradimento

Interessante il punto di vista sulla Russia della signora Lucia Annunziata. Bizzarro, ma interessante. Nella puntata di “in ½ h”, andata in onda la scorsa domenica, Annunziata ha tentato di incastrare Matteo Salvini sulla questione dei rapporti della Lega con la Russia di Putin. “ Se la Russia la finanzia lei che fa? Se li prende i soldi?”, gli ha chiesto a bruciapelo. E poi:“ Le posso dire una cosa, questa storia della Russia la considero un filino da traditori”. Che eleganza, che stile! Ci ricorda la definizione che di lei diede Mario Luzzatto Fegiz: un equivoco storico come giornalista. Quindi, il traditore sarebbe Salvini. Bella roba! In realtà, a noi sembra un clamoroso autogol. Tuttavia, il tono assertivo dell’intervistatrice merita una riflessione.

Il leader leghista va in Russia a perorare la causa degli imprenditori italiani massacrati dalla demenziale logica delle sanzioni imposte a Mosca dai governi occidentali e ha la sfrontatezza di riconoscere il pieno diritto di servirsi di un finanziamento, anche erogato dal Cremlino, se solo qualcuno glielo concedesse. Dunque, se questi pensieri per l’Annunziata integrano gli estremi di un’accusa di tradimento, allora chiediamo alla novella patriota sarnese, come definirebbe, moralmente e giuridicamente, il comportamento degli organismi dirigenti del Partito Comunista Italiano che, dalla seconda guerra mondiale fino al crollo dell’impero sovietico, hanno regolarmente preso finanziamenti occulti dal Pcus, il Partito Comunista dell’Unione Sovietica?

Dobbiamo desumerne che stando all’Annunziata erano anch’essi dei traditori? I vertici del Pci erano tutti perfettamente consapevoli da quale fonte primaria giungessero i danari per poter reggere la costosissima struttura organizzativa del partito. Ne era perfettamente consapevole quel sant’uomo di Enrico Berlinguer, quello della sedicente superiorità morale dei comunisti. E lo erano anche tutti i partecipanti alla gestione della “gioiosa macchina da guerra”. Molti di loro sono passati a miglior vita. Altri, invece, sono ancora in piena attività. A cominciare dall’attuale inquilino del Colle, che di quella storia è stato protagonista a pieno titolo. Il comunismo sovietico, nemico dell’Occidente, lo hanno conosciuto da vicino e per lungo tempo ne sono stati imparentati, come si dice ai matrimoni, nella buona e nella cattiva sorte.

Ora, applicando il sillogismo proposto dall’Annunziata ne ricaveremmo che: “chi prende i soldi dalla Russia è un traditore, i dirigenti del Pci hanno preso soldi dalla Russia. I dirigenti del Pci erano dei traditori. Giorgio Napolitano era un dirigente del Pci”. Se lo sostiene l’Annunziata e se il sillogismo non è fallace, chi siamo noi per dubitarne? In realtà, un qualche sospetto c’era venuto. Ma certi legami molto discutibili non si limitavano ai soli viaggi del tetragono Armando Cossutta in visita ai capi del Politburo. C’è un’abbondante letteratura sul ruolo avuto da “Botteghe Oscure” nella concessione del “visto d’uscita” alle imprese italiane che tentavano di andare a lavorare oltre cortina. Comunque, la magistratura ordinaria avrebbe dovuto mettere il naso in quel maleodorante pentolone, ma le fu inibito dall’approvazione di una provvidenziale quanto tempestiva amnistia. Quell’atto di clemenza giunse nel 1990.

Poco dopo la caduta del muro di Berlino, che annunciava la fine del comunismo. Per una singolare bizzarria, dopo quell’occasione, i vecchi compagni non furono con gli italiani altrettanto clementi come lo furono con loro stessi. Nessun’altra amnistia vi è stata dal 1990. Nonostante la preghiera rivolta al Parlamento italiano da Giovanni Paolo II durante il suo storico intervento del 14 novembre 2002 e nonostante i periodici digiuni del solito Pannella. Qualcuno potrebbe obiettare che il comportamento dei vertici del Pci non può essere giudicato proditorio perché allora il mondo era diviso in due blocchi contrapposti e ognuno faceva la sua parte. Ed essere comunisti veniva prima che essere italiani. Già! Perché allora, come diceva Gaber, qualcuno era comunista.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:03