Roma caput mundi è solo un ricordo

Roma caput Mundi è rimasto uno slogan propagandistico di latinistica memoria. Quando i turisti vengono a Roma, altro non fanno che ammirare le vestigia uniche di un tempo. Per il resto si disinteressano di tutto e dopo aver bevuto un caffè al centro o provato la cucina romana, spesso e volentieri “spennati”, non vedono l’ora di tornarsene nei loro Paesi di origine dove il vivere civile non è contaminato ancora dalla mafia, 'ndrangheta o camorra che in Italia la fanno da padroni.

E’ scoppiato lo scandalo Romano ma lo scandalo riguarda tutta Italia dove la politica come tutti sappiamo, ma che spesso facciamo finta di ignorare, è marcia e non da qualche anno ma da sempre, a cominciare dall’epoca della tanto osannata Liberazione. Solo che allo stato attuale la criminalità organizzata, a differenza di quanto accadeva un tempo, non fa altro che addentrarsi nelle segreterie dei partiti al solo scopo di lucrare non solo denaro ma benefici e privilegi vari. Ma a che cosa servono le società municipalizzate se non ad alimentare ruberie varie da parte del sottobosco politico che in cambio di voti lucra vantaggi economici e privilegi? Perché i vari Veltroni, Alemanno, Marino, Zingaretti tremano e non dormono più la notte e si affannano a proclamare la loro innocenza con la abituale giustificazione (non conosco i personaggi che sono venuti a cena in quanto trattavasi di una cena politica alla quale partecipavano tante persone)?

Solo che insieme ad Alemanno a quella cena vi era anche mister Poletti, gran capo delle Cooperative Rosse ed attuale ministro del Lavoro della nostra martoriata Repubblica. Scoppiato lo scandalo e diffuse finanche le intercettazioni (altra atavica stortura), il Pifferaio Fiorentino che si sente “immacolato” con il solito tono si affretta a chiedere l’azzeramento dei vertici del Pd romano, conferendo l’incarico al presidente del partito, proclamando così la stanca supremazia morale della sinistra, come se a destra una iniziativa del genere non potrebbe mai essere presa.

La politica in Italia, qualunque sia lo schieramento è davvero marcia ed i personaggi sono quelli che sono; la meraviglia è che il Popolo, pur accorgendosi di tutto, magari sperando in qualche promesso beneficio fa finta di nulla e si rifugia nella inutile protesta attraverso manifestazioni di piazza che alla fine sono utili soltanto a chi le organizza o nelle trasmissioni televisive gestite al solo scopo di raccogliere fondi provenienti dalla Pubblicità. L’aria è chiaramente infestata da tutte le sporcizie che non ogni giorno ma ogni ora emergono fatti e vicende squallide delle quali sono responsabili direttamente ed indirettamente i tanti personaggi che sovraintendono alle Istituzioni perché questo è ormai il sistema diffuso in tutti i settori della Pubblica amministrazione. Quando parlo di Pubblica amministrazione non trascuro neanche quella parte che gestisce la giurisdizione, posto che ormai salvo casi rari anche i magistrati non nascondono la loro appartenenza politica, anzi partecipano a convegni o fanno dichiarazioni pubbliche che un tempo non potevano neanche immaginare di fare.

Si parla oggi del procedimento disciplinare che il Procuratore generale della Cassazione ha aperto nei confronti di Emiliano, non solo rappresentante del Pd in Puglia ma candidato ad assumere la presidenza della Regione Puglia, dopo aver fatto il sindaco di Bari. L’iniziativa del Procuratore generale sotto il profilo della responsabilità disciplinare è corretta, ma sotto il profilo istituzionale è vana, posto che ad Emiliano non può essere impedito di partecipare all’agone politico, se è posto fuori ruolo. Proprio qui sta la stranezza che purtroppo pochi di noi comprendono.

Il magistrato che fa politica, una volta operata la scelta dovrebbe essere cancellato definitivamente dall’ Ordine giudiziario, non messo da parte temporaneamente per poi tornare ad amministrare la giustizia quando smette di far politica. Quanto accade nella Patria del Diritto fa inorridire i nostri partners Europei e non solo, che non perdono occasione per sconsigliare i potenziali investitori ad investire nel nostro Paese, che chiamano l'Italia solo quando hanno la possibilità di appropriarsi delle cose belle!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:04