Il profondo degrado   delle nostre istituzioni

Il degrado delle Istituzioni con particolare riguardo a quelle massime ha raggiunto un tale livello da non poterle più definire tali.

La Magistratura è una Istituzione, cioè l’insieme degli organi civili, penali e amministrativi che costituiscono il cosiddetto potere giudiziario. Ma a sovraintendere al corretto uso della giurisdizione vi è una altra Istituzione, presieduta dal capo dello Stato e composta da membri eletti dalla Magistratura stessa, e da membri detti laici in quanto eletti dal Parlamento in seduta comune. Nel mentre il Consiglio Superiore della Magistratura, convocato in seduta plenaria, procedeva alla conta dei suoi membri per eleggere il vicepresidente, (il presidente di fatto), si scopre che uno di loro, una deputata molto cara a Matteo Renzi, non aveva i requisiti di legge per essere eletta, costringendo Napolitano a rimuoverla dall’incarico ed al contempo a rimproverare al Parlamento la grave superficialità nell’eleggere il soggetto.

La gran parte dei cittadini italiani intenti a risolvere i loro quotidiani problemi, probabilmente non si è resa conto della gravità del caso, ma noi tutti, intenti quotidianamente a risolvere i loro problemi, non possiamo non evidenziare la gravissima crisi delle massime istituzioni e non possiamo non preoccuparci della vasta eco che in campo internazionale il disgraziato evento avrà. L’Inghilterra che si lamenta attraverso il primo ministro dell’invasione in territorio britannico di centomila italiani troverà modo e maniera di porre in risalto il disastro istituzionale, così come faranno Francia e Germania per non parlare dei Paesi nordici. Già il fatto di non aver eletto in quindici sedute i due giudici costituzionali aveva avuto una vasta eco negativa, come se la Patria del Diritto non fosse stata in grado di proporre due Nomi prestigiosi che mettessero tutti d’accordo.

Purtroppo in Italia la politica che a sua volta è una Istituzione, come la Magistratura, in questo momento storico ha toccato il fondo e non poteva essere diversamente in presenza di un Parlamento di “Nominati”. Renzi ed il suo partito nell’eleggere un membro del Parlamento non hanno minimamente preso atto della situazione che prevedeva l’elezione di un personaggio con determinati requisiti. L’importante era che fosse giovane, donna e di fedele osservanza al credo del pifferaio fiorentino.

Comunque la mia onestà intellettuale mi induce a rappresentare la stessa identica situazione in Forza Italia dove la classe dirigente del partito segue le stesse strategie, spesso ispirate dalla bramosia di potere e dalla contrapposizione non ideologica ma affaristica. Colui che nel 1994 salvò l’Italia dalla gioiosa macchina da guerra di Achille Occhetto, non riesce a liberarsi dei tanti interessati e malfidati Consiglieri a tal punto che nei sondaggi di Datamedia il Partito viene dato in picchiata proprio per una strategia di stallo che induce i cittadini cosiddetti moderati, a dar fiducia e consenso al, cattocomunista, nella speranza che sia solo lui capace di innovare, isolando l’apparato.

L’azzurro che non più di una settimana fa sembrava aver preso il sopravvento, sta cedendo nuovamente il passo alle nuvole che stanno molto presto coprendo il cielo e di lì a poco provocheranno tempesta. Il partito non ha più soldi ,poco male, forse riaffioriranno le idee, prima fra tutte quella liberale, l’unica che, in Democrazia (quella vera), può assicurare libertà e progresso.

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:21