Matteo Renzi:   se questo è un leader...

Matteo Renzi ha pronunciato il suo discorso all’ Assemblea generale dell’ Onu. Lo ha fatto nella qualità di primo ministro del governo della Repubblica italiana. Peccato che le cose che ha detto appartengano solo a una parte degli italiani, non a tutta l’Italia. Lo diciamo perché ciò che il premier ha affermato segna la frattura netta tra due visioni opposte del futuro del Paese e del mondo. Verificare quale sia, delle due, quella maggioritaria tra gli elettori non sarebbe una cattiva idea. Rileggere alcune parti del suo intervento può essere illuminante.

Renzi asserisce che l’Is sia una minaccia per l’intera comunità umana. L’affermazione è apodittica. Su quali prove poggia? Non è dato di sapere. Al contrario, abbiamo notizia di alcuni milioni di musulmani sunniti, sparsi nel mondo, che vivono la condizione disperante della povertà assoluta. Questo po’ di gente non fa mistero di parteggiare per Al Baghdadi e per il suo califfato perché in lui è riposta la speranza di riscatto sociale di masse che si sentono reiette e sfruttate dal dominante capitalismo globale, generato dall’Occidente.

Lo stesso Occidente che, nei secoli, li avrebbe spogliati dei loro legittimi diritti e avrebbe depredato le risorse dei loro territori. Aggiunge, poi, Renzi che l’offensiva condotta dall’Is sia terrorismo e non guerra di religione. A lui chi glielo ha detto? Obama? A parte il fatto che il nostro premier confonde il mezzo con il fine – il metodo terroristico è la modalità per conquistare un risultato, non il fine in sé – l’Is è un autoproclamato stato islamico il cui elemento escatologico, da conseguire mediante la guerra all’Occidente, coincide con la soppressione della identità cristiana.

Il processo di annientamento progressivo si realizza massacrando coloro che non intendono convertirsi alla vera fede, l’Islam, e distruggendo i simboli che sono la memoria vivente della cristianità. Al Baghdadi in persona ha dichiarato che il suo fine è arrivare a occupare Roma, pensando non alla capitale di un piccolo Stato dell’Ovest ma al simbolo perenne della cristianità. Ora, se ha un becco d’anatra, ha le zampe di un’anatra, cammina come un’anatra per noi è un’anatra. Invece nella narrazione renziana, fatta per iperboli, paradossi e figure retoriche, potrebbe essere una qualunque altra cosa, ma non un’anatra. Per noi quella di Al Baghdadi resta una guerra di civiltà, incardinata in una rivendicazione di egemonia religiosa e territoriale.

Il fatto che questa visione radicale dell’islam non sia condivisa da tutti i musulmani nulla toglie alle motivazioni dello scontro ingaggiato dal jihadismo dell’Is contro tutto l’Occidente. Renzi, in un passaggio del discorso, ha posto l’accento sulla gravità della situazione in Libia. Era ora! Tuttavia, la ricetta che propone appare totalmente inadeguata. Forse perché condizionata da una sostanziale incapacità a “leggere” in profondità le cause dell’anarchia e del caos che stanno devastando il paese dalla caduta di Al Qadhdhafi. Sostenere, per la Libia, un percorso di riconciliazione nazionale inclusivo e consensuale, equivale a dire che si vuole la pace in un mondo fatto d’amore.

Sono entrambe due asserzioni prive di senso perché non considerano la realtà. In Libia, senza un massiccio intervento armato dell’Occidente, in primis dell’Italia, che neutralizzi le potenzialità offensive di tutte le parti in conflitto, nessuna mediazione è possibile. Renzi non ha resistito alla tentazione di fare lo spaccone anche lì, all’Onu. Ha citato, a proposito del Mediterraneo, il fatto che l’Italia abbia salvato più di 80000 migranti clandestini dalla morte in mare. Li abbiamo salvati, basta! Non si dovrebbe menar vanto sulla pelle di quei disgraziati. Soprattutto non li si dovrebbe mettere in mezzo per chiedere alla comunità internazionale di starci dietro. La strategia di “Mare Nostrum” è sbagliata.

Il fatto che non si lasci morire la povera gente non è questione che renda meno grave l’errore che si sta compiendo. Renzi ha poi accennato alla questione ucraina. Lo ha fatto appiattendosi sulle posizioni di Washington e della Merkel tanto da sembrare una sogliola. Tutto il resto del discorso è stato un elenco di noiose banalità del tipo: “ Il popolo palestinese ha il diritto di avere finalmente una patria e Israele ha non solo il diritto ma il dovere di esistere”. Appunto!...la pace nel mondo. A udirlo, fuori dai confini nazionali, Matteo Renzi è apparso mediocre, vacuo, inefficace. Sebbene enfatico nell’oratoria, è stato assolutamente deludente nei contenuti. Pertanto, oggi più di prima è lecito chiedersi: se questo è un leader…..

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:16