L’Italietta del calcio   e della… politica

E dire che non più tardi di due giorni fa commentavo la presentazione di un libro che riguardava Vittorio Pozzo, il cui autore lamentava che non era stata intitolato al due volte campione del mondo né una strada né tantomeno il centro sportivo di Coverciano che aveva contribuito a creare.

Oggi, dopo la vergognosa disfatta azzurra, ci dobbiamo accontentare delle dimissioni di Prandelli e di Abete, atto comunque lodevole di questi tempi, e di commemorare commossi la davvero triste vicenda di Ciro Esposito, il tifoso napoletano barbaramente ucciso da un tifoso romanista, o meglio volgare assassino, durante i tafferugli verificatisi in occasione della finale di Coppa Italia dello scorso maggio tra il Napoli e la Fiorentina.

L’Italietta del calcio non è altro che la rappresentazione in campo sportivo di quanto avviene nel nostro Paese, ormai in ogni campo. Pensiamo alla politica e allo spettacolo giornaliero fornito dall’imbonitore Matteo Renzi, il quale non fa altro che annunciare rivoluzioni in ogni campo, dalle riforme costituzionali alla riforma della Pubblica amministrazione, fino a quella del Fisco; chissà (ci credo poco) a quella della Giustizia. Ma il giovane Premier è assistito da tutti i media, che raccontano ogni mezzora del giorno le sue gesta. Ma Renzi, o meglio il dottor Renzi, Presidente del Consiglio dei ministri non eletto dal Popolo, non è solo nel fornire tale spettacolo, essendo in buona compagnia, con la davvero non comprensibile collaborazione di Forza Italia, che non sfugge all’abbraccio mortale con il nemico giurato, sperando in qualcosa di tipo tedesco che non accadrà mai, specie adesso che Sel sta per dissolversi con il passaggio di alcuni senatori e deputati al Partito Democratico.

Mi chiedo, sperando che non accada, ora che l’Italia è stata eliminata giustamente dalla competizione mondiale ed in presenza della tragica scomparsa di Ciro Esposito, in concomitanza dei dieci adempimenti fiscali che gli italiani sono e saranno costretti a sopportare fino al 7 luglio (data questa che non è definitiva per alcuni lavoratori che non si sono giovati degli ottanta euro quale ammortizzatore sociale), che cosa si inventeranno per evitare che gli italiani si destino dal triste ed incomprensibile torpore in cui si trovano. Sono sufficienti le promesse renziane che in mille giorni pensa di cambiare l’Italia in modo tale che la Merkel non ci bacchetti più? Penso proprio di no, e la prova di quanto dico è la smentita a quanto l’imbonitore affermava qualche ora fa circa l’ammorbidimento del Fiscal compact, giunta da parte del ministro del tesoro tedesco e da parte della Banca tedesca (che la fa da padrona in sede Bce).

Nel frattempo, che cosa fa il Governo? Aumenta il valore delle rendite catastali, con l’obiettivo non tanto mascherato di colpire il ceto medio di un tempo a vantaggio dei dipendenti pubblici che non sono sempre un limpido esempio di dedizione al lavoro. Ma quel che è peggio, perché il cittadino non lo sa, vengono aumentate a dismisura le tasse di accesso alla Giustizia, con la conseguenza che il cittadino che non ha a disposizione cinquecento euro per pagare il contributo unificato, non potrà tutelare i suoi interessi in un processo civile allo stato a dir poco confuso, nonostante il 30 giugno dovrebbe entrare in vigore il tanto propagandato processo telematico.

Ma tornando alla Nazionale di calcio, ieri qualcuno mi obiettava che non è il caso di fare tragedie, perché anche l’Inghilterra e la Spagna sono state eliminate. Sì, è vero, ma gli inglesi e gli spagnoli hanno dimostrato l’orgoglio nazionale che noi non abbiamo più, non arrendendosi mai. Noi viceversa torniamo in Italia, eliminati al primo turno da otto anni a questa parte pensando agli arbitri, all’allenatore, ai calciatori, ma non all’orgoglio nazionale perduto, quell’orgoglio che ci ha fatto vincere ben quattro campionati mondiali. Assistendo allo spettacolo offerto da alcune nazionali sulla carta non considerate all’altezza - tipo la Costa Rica, i cui calciatori correvano come matti nel tentativo di dimostrare al mondo l’attaccamento al loro Paese - io personalmente mi sono vergognato di essere italiano, pur appartenendo al Paese che per tradizione storica, artistica e culturale non ha pari al mondo. Pertanto l’Italietta calcistica allo stato è la rappresentazione dell’Italietta renziana!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:08