
Il contribuente italiano, quello che consente allo Stato di pagare lo stipendio a dieci magistrati, dopo aver pagato nel 2008 quasi centomila euro di Irpef ed Irap, viene indagato dall’Agenzia delle Entrate che evidenzia alcune irregolarità nella dichiarazione dei redditi.
Il malcapitato chiede spiegazioni al proprio commercialista, il quale chiarisce che alcune detrazioni per spese non documentate non potevano essere fatte valere. Chiede consiglio ad un avvocato tributarista di grande livello, che consiglia di conciliare. Viene effettuata la conciliazione ed il professionista malcapitato si impegna a pagare il dovuto mediante dieci rate trimestrali da 11mila euro ciascuna. Con grande sacrificio e con l’indebitamento bancario necessario ne paga cinque, dopodiché non è in grado di mantenere l’impegno. Conseguenza: decadenza dalla rateazione ed i 50mila euro residui diventano 128mila.
Il professionista, che per quasi cinquant’anni non ha mai avuto contenziosi con l’erario, ha una sola via di uscita per non soffrire: il suicidio, che eviterà per non addolorare i suoi cari che hanno bisogno ancora di lui, con particolare riferimento ai due figli. Una storia, questa, di ordinaria amministrazione e che riguarda tantissime persone perbene che non riescono a sopportare i proclami quotidiani di Matteo Renzi che, per cercare di vincere le elezioni europee, concede ai famosi diecimila dipendenti pubblici gli 80 euro, utili a suo dire a consentire l’acquisto di un zainetto, promettendo per il futuro ciò che non è in grado di mantenere, accompagnato da quelle meravigliose donne che comparendo in televisione ad ogni ora del giorno dimostrano la freschezza della gioventù, freschezza che il partito di Renzi non ha mai avuto (ricordate la Bindi?).
Anche stasera sul palcoscenico di qualche rete televisiva Renzi dirà che combatterà strenuamente per assicurare un futuro agli italiani, a dispetto di chi vuole distruggere l’Italia (con chiaro riferimento a Grillo piuttosto che a Berlusconi). Ma secondo voi, quel professionista che si vede così vessato non dalle tasse (che ha sempre pagato) ma dalla crudeltà usuraia dell’Agenzia delle Entrate, andrà a votare il 25 maggio? Penso proprio di no, e se all’ultimo momento cambierà idea non voterà altri che il Movimento 5 Stelle, perché la disperazione conduce sempre allo sfascio. Nel mentre, Silvio Berlusconi invoca l’unione dei Moderati, mentre colui che fino a non molto tempo fa veniva usato per fare le fotocopie degli atti, Angelino Alfano, si permette di dire che il voto a Forza Italia è un voto inutile e sprecato perché quel partito (al quale egli deve tutto) non ha alcuna speranza di incidere sulla vita democratica dell’Italia.
Anch’io che ho ancora fiducia nel Cavaliere, nutro qualche dubbio sulla vittoria di un partito che si presenta così arrendevole verso i traditori, mestieranti della politica. Alfano che da segretario del Pdl e da più stretto collaboratore del Premier al tempo delle dimissioni del Governo Berlusconi, per dar vita, in esecuzione del complotto voluto dalla Merkel e da Sarkozy, compiacente re Giorgio, al Governo Monti, tecnocrate e nominato prima di ricevere l’incarico, Senatore a vita dal Capo dello Stato, afferma che nessun complotto vi è stato e che Berlusconi di sua sponte si dimise, per il bene del Paese, dovrebbe essere posto dagli Italiani nel dimenticatoio e la sua immagine dovrebbe al pari di quella di Fini, scomparire per sempre dalla scena politica italiana.
Invece non è così ed a tal proposito, forse tanti di noi che non abbiamo in simpatia Grillo e Casaleggio, dovremmo meditare su quanto scrive il professor Paolo Becchi, filosofo del diritto, verificando con le nostre coscienze se dal 2011 in poi gli italiani vivono un colpo di Stato permanente, senza il quale forse il professionista che non sa come affrontare l’usuraio debito fiscale avrebbe avuto una equilibrata via di uscita!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:04