
Quanto vale il costo dell’austerity imposto dall’Unione Europea a quei Paesi-membri che, a insandacabile giudizio degli organismi di Bruxelles, sarebbero poco virtuosi? Senza attendere i dati della Banca Centrale Europea o le statistiche di Eurostat, oggi siamo in grado di fornirvi il valore esatto della crisi che stiamo vivendo: 6,58 euro. Avete letto bene, non è un refuso di stampa.
La cifra è esatta e corrisponde all’ammontare del costo della merce (due confezioni di hamburger surgelati) rubata l’altro giorno in un supermercato di Telese, nel beneventano, da due sventurate mamme che dovevano sfamare i loro bambini. Già! Perché questa è la scena che si sono trovati davanti i carabinieri quando, allertati da una segnalazione del proprietario del negozio dove era stato compiuto il furto, si sono recati a casa delle due donne, identificate grazie alle riprese delle viedeocamere di sorveglianza. Avrebbero dovuto arrestarle per il furto, ma c’erano i ragazzini così felici perché a pranzo avevano mangiato hamburger. E c’erano i rispettivi mariti, dai volti accesi dalla vergogna per non avere un lavoro, per non sapere come sfamare le proprie famiglie, per essersi nascosti dietro le gonne delle due mamme che hanno sfidato la legge e le telecamere, per fare a proprio rischio l’unica cosa che in quel momento potevano fare. E i carabinieri? Come sempre sono i migliori. Quando occorre, sanno anche essere “diversamente carabinieri”. Sanno inventarsi un po’ psicologi giacché questo li aiuta a comprendere meglio i contesti in cui sono chiamati a operare. E cos’altro c’era da capire se non che erano in presenza di una scena vera, autentica, non forzata, non recitata di pura disperazione.
Allora, niente manette, niente lacrime, niente “dovete venire con noi in caserma”, niente urla di bambini spaventati, niente minacce di gesti disperati di mariti colti in flagrante stato di umiliazione. Ha pagato il comandante, il luogotenente Roberto D’Orta, il misero conto al negoziante derubato. Causa di estinzione del reato: umanità. I militari dell’Arma hanno compiuto il loro dovere, applicando una legge che è più alta del precetto giuridico. È la legge della pietas, strumento da rabdomanti, in grado di farci cogliere, nella profondità delle viscere di una società arida in superficie, l’esistenza di un’umanità migliore che c’è e vive, nonostante tutto. Nonostante la crisi. Nonostante la follia dei tempi. Nonostante l’agire criminogeno dei tanti falsi amici, veri nemici, del nostro Paese e delle sue comunità.
Ma i carabinieri hanno fatto dell’altro. Hanno avvisato della situazione i servizi sociali del Comune. Poi hanno provveduto a mettere insieme un po’ di viveri e a recapitarli alle due famiglie per assicurare loro qualche giorno di autonomia alimentare. Un bel gesto che fa bene al cuore, che dona speranza. Tuttavia è gesto che condanna, una volta di più, la politica. È un indice accusatore che punta in direzione di quanti, ai massimi livelli del Governo della cosa pubblica, indulgono in toni trionfalistici cianciando di presunte riprese economiche alle porte, immagini di fantasia di un’Italia- Neverland, da “isola che non cè”. Sono menzogne! Stupide, pericolose bugie per raccontare un Paese che non è reale. A voler stare con i piedi piantati a terra bisognerebbe ammettere che parte dell’Italia sta lì, a Telese, in quelle due confezioni di hamburger rubate per fame. È l’Italia che reca il segno indelebile di una povertà la quale ha colto molta gente impreparata ad affrontarla, a reggerne l’impatto violento nelle proprie vite. È un episodio isolato, si dirà. Nient’affatto, se il caso ha avuto gli onori della cronaca e perché c’è stato il nobile epilogo del comportamento dei carabinieri.
La verità è che vicende come questa sono drammaticamente all’ordine del giorno. Neppure si raccontano, tante ne sono. Basta leggere i dati dell’ultimo rapporto della Caritas sull’andamento della povertà in Italia. È semplicemente impressionante. Nel 2013 le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto della Caritas per problemi legati alla sopravvivenza sono state il 59,2% dell’universo osservato, mentre per motivi connessi alla mancanza di occupazione il 47,3%. Non si tratta delle fasce di povertà endemica. I nuovi utenti della Caritas provengono dal ceto medio o da gruppi tradizionalmente estranei alla fascia del disagio sociale. La vulnerabilità economica del ceto medio ha fatto da incubatore a una nuova emergenza sociale che riguarda le condizioni in cui vivono numerosi genitori separati. La rottura del meccanismo di solidarietà familiare sta generando un’area d’incampienza, se non di povertà conclamata, del tutto diversa rispetto alle dinamiche sociali del passato, a cui non si riesce a fare fronte con i mezzi oggi disponibili. Abbiamo citato la Caritas, ma non tutti coloro che vivono in condizione di disperazione si rivolgono a quell’organizzazione. In queste cose fa aggio un senso di pudore che condiziona l’agire di tante persone che vivono la povertà con un profondo senso di colpa. Costoro si condannano al silenzio e all’invisibilità sociale. Sebbene siano stati masticati da quella stessa società fino a restarne stritolati e poi sputati fuori come scorie non metabolizzate, essi cercano, con un comportamento autopunitivo, una modalità sanzionatoria a difesa di un equilibrio che pensano di avere alterato con il proprio fallimento esistenziale.
Ora, il Premier Matteo Renzi sta sbandierando ai quattro venti la storia degli 80 euro in busta paga. Un successo del Governo del fare. Una rivoluzione. E tante belle storie. Tuttavia, al nostro Presidente del Consiglio sfugge che questo provvedimento non solo non risolve la crisi del potere d’aquisto dei salariati, piuttosto rischia di scatenare una guerra tra poveri alimentata da una crescente invidia sociale verso i cosiddetti “garantiti”. In effetti, Renzi quei soldi li sta dando a chi un reddito lo ha già, a prescindere da ogni valutazione di merito. Quindi, il bonus lo riceverà anche quel tale dipendente scansafatiche che maltratta gli utenti in coda al suo spartello. Lo riceveranno quei fantastici componenti del corpo dei vigili urbani di Napoli che si sono distinti per assenteismo e uso improprio dei privilegi sindacali, e non solo di quelli. Li riceveranno anche quegli impiegati degli enti locali che in ufficio non ce li vedi mai: sono troppo impegnati a mandare avanti le loro seconde e terze attività private. Li riceveranno tutte quelle famiglie dove si lavora in due con un solo figlio a casa, magari accudito da una nonna a cui a fine mese lo Stato stacca un discreto assegno di pensione. Non li riceveranno, invece, tutti coloro che un reddito non ce l’hanno più. Non li riceveranno i pensionati che tirano a campare, non si sa come, con meno di mille euro al mese. Non li riceveranno quei tanti piccoli e micro imprenditori che avevano un’impresa e che ora sono sul lastrico per l’effetto combinato della crisi incrociata alla contrazione del credito, all’aumento della pressione fiscale e all’inasprimento delle condizioni di recupero del debito da tasse e imposte non pagate. Non li avrebbe ricevuti Eddy De Falco, il panificatore di Casalnuovo di Napoli che sì è tolto la vita “per multa ricevuta”.
Renzi ha dato ascolto alle voci di dentro del suo bacino elettorale. Va bene! È umano, la competizione elettorale ha le sue regole! Ma abbia il buon gusto di tacere sul resto. Non insista, glissi sull’argomento. Altrimenti, se proprio ci tiene a battere lo stesso tasto abbia la cortesia di andare lui da quelle due sciagurate donne di Telese. Vada a spiegare perché devono stare serene e non preoccuparsi, che tutto si risolve. Provi lui a stare in otto con un hamburgher ciascuno. Forse soltanto allora potrà comprendere quanto insostenibile sia il peso della crisi.
E il suo prezzo: 6 euro e 58 centesimi.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:14