
Il 13% di disoccupazione con il 43 per cento di disoccupazione giovanile. Si tratta, guarda un po’, di percentuali che allarmano l’imbonitore Matteo Renzi, come se questi dati fossero una novità assoluta e come se il Democristiano Roberto Formigoni - che predica saggezza dall’alto della sua militanza politica più che trentennale, connotata da trasformismo esemplare e da qualche reato di cui si ritiene estraneo e vittima, sostenitore convinto dell’attuale maggioranza - fosse ignaro della disastrosa situazione economica e sociale degli italiani.
Ma in fondo che importa, gli italiani bene o male sopravvivranno, l’importante è assicurargli il modo di esprimere il loro tifo calcistico, il modo e la maniera di garantirgli una cena in pizzeria una volta al mese, o essere in grado di pagare non la rata del mutuo della loro casa, ma la rata del finanziamento necessaria per godere dell’indispensabile uso dell’automobile; e non tanto per recarsi al lavoro, perché molti di loro lo hanno perso, quanto per trascorrere il week-end fuori porta.
Nel mentre il giovane ed intraprendente Renzi farà il giro d’Europa cercando con la sua indiscussa dote di imbonitore di allettare il conservatore Cameron in Inghilterra con le false promesse di una ripresa che non c’è e al contempo di tranquillizzare la Merkel sul rispetto della ormai famosa legge di bilancio entrata in Costituzione e, non lo dimentichiamo mai, fare il tifo per quel socialista nemico dell’Italia che ambisce a presiedere la Commissione Europea. Questi i fatti che ogni italiano ha sotto gli occhi. Così come sono sotto gli occhi di tutti i privilegi della politica, che permangono nonostante le tante promesse di abolirli. Ricordate le promesse e le minacce sbandierate ai quattro venti alle Primarie e non solo dell’imbonitore Renzi, che neanche una settimana fa affermava che il tetto degli stipendi dei manager pubblici non poteva superare la somma percepita dal Presidente della Cassazione? Ne sentite più parlare? E Moretti, che orgogliosamente difendeva il suo ricchissimo emolumento, che fine ha fatto? E di Sarmi, amministratore delegato di Poste, chi ne parla più? Nessuno! Paragonare l’Italia al Paese di Pulcinella vuol dire offendere la famosa maschera partenopea. Solo che i protagonisti dell’attuale sceneggiata non sono quei magnifici interpreti della commedia napoletana di un tempo, ma squallidi personaggi che osano presentarsi dinanzi ai loro omologhi europei e mondiali promettendo non solo ciò che non possono realizzare, ma con l’ardire di affermare che l’Italia non è subalterna a nessuno.
Marine Le Pen, riscoprendo l’orgoglio nazionale francese, sta diventando una delle protagoniste, se non la principale protagonista, della politica transalpina, mentre per i politici italiani rappresenta un grave pericolo per la democrazia di tutta l’Europa. Intanto il presidente Francese, preso atto del fallimento della politica di rigore concordata con la Merkel, ammette la sconfitta e corre ai ripari rivoluzionando il governo. Ma noi italiani in questo momento che definire tragico è poco, abbiamo una sola grande preoccupazione: revocare la cittadinanza onoraria concessa a Torino ed in tutte la città italiane a Benito Mussolini. Bene o male, come descrivono gli storici onesti e non prezzolati o qualche giornalista non di parte, protagonista di vent’anni di storia italiana. Poi però non ci meravigliamo se in tutte la città una via è intitolata a Palmiro Togliatti, annoverato tra i liberatori ma principale protagonista di tanti anni bui durante i quali il politico comunista avrebbe gradito l’appartenenza dell’Italia all’Unione Sovietica del suo caro amico Stalin.
Il tempo passa e la storia, quella vera, dirà la parola definitiva. Ma intanto ci vogliamo occupare di risolvere i gravissimi problemi che assillano gli italiani o dobbiamo ancora oggi occuparci della stucchevole dicotomia fascismo-anti-fascismo? Suvvia, siamo seri, e ricordiamoci ogni tanto di essere gli eredi diretti della civiltà greco-romana che ha insegnato a tutti gli altri cosa è la Democrazia.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:20