
Amo l’Italia da quando sono nato. La amo a tal punto da perdonare all’ex Cavalier Silvio Berlusconi i tanti errori commessi e le tante promesse mancate, spesso e volentieri non per esclusiva colpa sua.
A dire la verità la televisione di Stato, i cui rappresentanti commettono giornalmente il reato di violenza privata minacciando gli utenti ed i non utenti di gravi sanzioni qualora non dovessero pagare il Canone, in questo momento cavalcano la propaganda in favore di Matteo Renzi e compagnia varia, ponendo in evidenza il declino di Forza Italia; partito privo del suo fondatore, penalizzato dall’esercizio distorto (in quanto politicizzato) dell’Ordinamento giudiziario. Quindi ci si sbizzarrisce sui comportamenti della Pascale, dei figli di Berlusconi e sull’improvviso amore per gli animali manifestato di recente attraverso le proposte di legge presentate dalla fida Brambilla, il tutto per deviare l’attenzione della gente dalla disastrosa situazione economica e sociale dell’Italia.
Io e tantissimi altri appartenenti al “vero” centrodestra, non moderati ma fortemente incazzati, non solo non sopportiamo l’imbonitore Renzi ma non possiamo sopportare che un mestierante della politica tappezzi i muri di Roma con un manifesto di proporzioni gigantesche con la promessa: ”L’Italia prima in Europa”. E chi è questo politico? Alfredo Antoniozzi, erede di un democristiano doroteo che per mezzo secolo ha imperversato in Calabria, fruendo del ben noto clientelismo. Il figlio, così come hanno fatto i vari Alfano, Schifani, Formigoni, Cicchitto e compagnia varia, ha pensato bene di cavalcare l’onda plebiscitaria del Cavaliere, per poi tradirlo non appena Berlusconi è stato estromesso per via giudiziaria dalle Istituzioni. Il manifesto ovviamente propagandava il Nuovo Centrodestra che poteva avere, se eletto, l’onore di rappresentare l’Italia in Europa con Antoniozzi non da posizione subalterna ma da posizione di comando. In un primo momento ho pensato “poveri noi”, ma subito ha avuto il sopravvento l’orgoglio nazionale che è in me e mi sono tranquillizzato pensando: “Ma chi mai voterà alle prossime elezioni europee Ncd e quindi Antoniozzi?”. Comunque è altrettanto vero che per scongiurare il declino di Forza Italia non è sufficiente la presenza di Berlusconi, ma è necessario che il partito la smetta una volta per tutte di litigare al proprio interno, accettando il dialogo costruttivo e l’apporto di quelle persone della società civile che hanno a cuore le sorti reali dell’Italia, non facendosi abbagliare dalle sirene del successo politico e dalla prospettiva di godere dei privilegi noti che dànno luogo alla pericolosissima antipolitica cavalcata dal comico genovese.
Caro Antoniozzi, Alfano, chiunque tu sia, in Europa non servi, posto che, sostenendo il Governo Renzi, hai già accettato che l’Italia sia prona e obbediente ai diktat europei. Il Cavaliere in questo momento è preoccupato di sostenere il partito da lui creato attraverso i Club “Forza Silvio”.
Invece forse bisogna tirar fuori dal cilindro, così come sta avvenendo in Francia, una Marine Le Pen, che io identifico in Italia nella giovane ed aitante Giorgia Meloni (anche se non mi dà retta, ancorata come è a Fratelli d’Italia), invece dei soliti personaggi che oggi giurano fedeltà ma che quando cambia il vento non impiegano neanche un minuto per passare dall’altra parte. Infine per me e tanti altri la speranza è l’ultima a morire e mentre sono certo che gli italiani (quelli veri, anche quelli che hanno superato i cinquanta o sessant’anni che sono tutt’altro che da rottamare, come sostiene la giovane ministra Madia) credono ancora nel risveglio nazionale e non assisteranno inerti alle tante boiate governative. E di certo non manderanno in Europa né Antoniozzi né altri che con il simbolo Ncd promettono il riscatto nazionale.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:03