Moneta unica ed Euro-sfiducia

Euro sì, Euro no. Si tratta di una diatriba che andrà avanti all’infinito, ben oltre la scadenza elettorale delle Europee. Ma dovevamo attendere la dichiarazione di Tremonti che parla di un complotto della Germania contro l’Italia, che temeva la concorrenza, per avere la conferma di quanto alla maggior parte di noi era ben noto? Io e tanti altri, del complotto, ce ne siamo accorti da tempo, ma nessuno ricorda che nel 2002 la moneta più forte dell’Europa era il Marco, di poco superiore alla sterlina, mentre in Italia i cattocomunisti capitanati da Romano Prodi parlavano di debolezza della Lira e della necessità di svalutarla. Senonché, vi è un particolare certamente non trascurabile ed è rappresentato dal fatto che il “made in Italy” andava alla grande e che i prodotti italiani avevano invaso il mercato mondiale, al quale non era indifferente la Germania, i cui prodotti facevano molta fatica per essere esportati, ivi comprese le automobili.

I tecnocrati europei, all’epoca in cui Prodi presiedeva la Commissione Europea, trovarono il modo - attraverso la propaganda di un’Europa unita, ipocritamente sostenuta da chi invece aveva un diverso obiettivo (il dominio di alcuni Paesi su quelli cosiddetti poveri) - di coinvolgere nello sfascio economico e sociale alcune Nazioni, prima di tutte l’Italia che viceversa per tradizione e genialità dei suoi abitanti primeggiava in tutti i campi. E quale occasione migliore di quella di inventarsi la moneta unica, fotocopia del Marco tedesco, poteva essere colta dai tecnocrati, fra i quali primeggiava Prodi che per l’Italia accettò il concambio disastroso a tutti ben noto? Dal progetto ne uscì indenne l’Inghilterra, che pur facendo parte dell’Europa Unita conservò la propria moneta, con i vantaggi noti a tutti.

Dopo dodici anni di fregature subite, gli italiani, che vivono il periodo più triste e disagiato della loro Storia (finanche la famosa crisi del 1929 appare meno grave), hanno scoperto l’inganno e non sono più disposti a subire i diktat della Cancelliera Angela Merkel, invocando il ritorno alla propria storica e gloriosa Lira. Ovviamente i seguaci di Prodi non mollano la preda ed i tecnocrati sono all’opera, assistiti dall’imbonitore Renzi che minaccia, fa proclami, ma si guarda bene dal turbare le loro strategie ed i loro progetti. A proposito di tecnocrati o manager Pubblici, qualcuno ha detto al signor Moretti - che si dichiara fiducioso di raggiungere un accordo con Renzi - che chiunque abbia la possibilità di prendere il suo posto sarà certamente capace di fare qualcosa di più di quanto lui sia stato capace di fare? Qualcuno interpelli i passeggeri che da Roma si recano al sud, per sapere com’è andato il viaggio… Otterrà un’unica risposta, sia che abbia viaggiato in prima classe che in seconda: un incubo. E non solo per i ritardi ormai diventati cronici, ma per il modo con il quale sono ospitati i viaggiatori seduti su poltrone vecchie e disastrate, se non addirittura sporche.

Eppure, evidentemente forte dei soliti appoggi della politica, così come sono sempre forti di tale appoggio i manager bancari, che grazie alla loro attività producono bilanci in perdita, nessuno lo scalzerà da quel posto che continuerà ad occupare, in forza di qualche insignificante concessione al Premier. Comunque la battaglia anti-euro ogni giorno che passa sta acquisendo un consenso sempre più vasto e non per merito della Lega che cerca di recuperare i consensi perduti, ma per la disperazione della gente e di quel ceto medio che non sopporta più di pronunciare la stucchevole quanto vera frase: “Con 1500 o 2mila euro non si arriva a fine mese”. Cittadini pronti a rifugiarsi nel movimento di protesta del comico genovese, avendo ormai perso la speranza di credere, come invece avviene in Francia, in quei partiti che tentano di richiamare gli italiani all’importanza di essere e sentirsi orgogliosamente tali.

Spero fortemente di sbagliarmi, ma da esperto in materie economiche e commerciali debbo ricordare che la moneta unica oggi in vigore, al di là degli inganni prodiani, non è facilmente sostituibile con la Lira. Andremo incontro a tragedie economiche non indifferenti. Viceversa, se riscoprissimo la dignità e l’orgoglio perduti, pretenderemmo dall’Europa una unione che non sia tecnica e numerica, ma realmente politica, nel senso che ogni popolo che fa parte di essa debba partecipare paritariamente con gli altri Paesi alle decisioni le più importanti e vitali, in modo tale da essere protagonista di ogni successo o insuccesso. Obama è a Roma. Ma l’occasione, pur importante, non deve turbare la vita quotidiana già di per se stessa difficile degli italiani, la cui maggioranza non condivide le strategie americane e della Nato, anche perché non vi è ragione alcuna di dichiarare guerra a Putin, né tanto meno di escluderlo dal G8, ricordando che la Russia è comunque una potenza mondiale con la quale è sempre il caso di dialogare.

Non dimentichiamo mai che gli americani, loro malgrado, pur combattendo battaglie nobili, spesso e volentieri danno l’illusione di vincerle per poi disastrosamente perderle!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:13