
Quante delusioni negli ultimi giorni! Il film “La Grande Bellezza” che ha entusiasmato gli italiani per la vittoria dell’Oscar, dopo averlo visto (o meglio tentato di vederlo perché il sonno ha avuto la prevalenza), al di là delle immagini sempre straordinarie e uniche (Roma è la più bella e fascinosa città del mondo), lo avrei intitolato “La Grande Tristezza”. Sulla medesima scia, l’altro giorno si è esibito il Premier Matteo Renzi che, in sintonia con il suo personaggio, da una parte si è calato nella parte dell’imbonitore e dall’altra nella parte del politico che promette ai martoriati italiani che guadagnano 1.500 euro al mese di incrementare il reddito di altri 85 euro al mese, in modo tale da alleviare le loro sofferenze e permettendo loro di andare qualche sera (non più di una) in pizzeria.
A fronte di tale “regalo”, le coperture andranno trovate nella spending review di Cottarelli e in parte nella tassazione delle rendite finanziarie, esclusi i Bot, che sarà aumentata nella percentuale del 25%. Per quanto riguarda il lavoro, il Premier ha promesso una minima riduzione dell’Irap per tenere buona la Confindustria, mentre nell’arco di cento giorni si interverrà sulle riforme con priorità all’Istruzione e successivamente alla Giustizia. Io che sono di natura ottimista mi limito a pronunciare la solita frase, “staremo a vedere”, ma il discorso infarcito sempre di promesse e di attuazione di provvedimenti (già assunti dal precedente Governo) mi fa venire alla mente “La grande pagliacciata mediatica”, riferita spesso ai politici tutti che promettono mari e monti per essere votati e che alle promesse fanno seguire il nulla. Uno stipendio di 1.500 euro al mese sembra uno stipendio, se non misero, non bastevole per le legittime esigenze dei lavoratori appartenenti a quel ceto medio che un tempo era considerato il nerbo del Paese.
Oggi, grazie alla grande impresa dell’intramontabile mister Prodi, che accettò nel 2002 un concambio pazzesco e penalizzante solo per gli italiani, la somma di euro 1.500 euro era l’equivalente di tre milioni di lire, somma questa che consentiva a chi la percepiva di vivere nel benessere ed ai commercianti e artigiani di maturare importanti utili. Dopo il 2002, gli italiani, dopo qualche mese di entusiasmo o meglio di curiosità scoprirono l’inganno; inganno che è stato perpetrato solo ai loro danni, perché commercianti, artigiani e imprenditori gongolavano per avere improvvisamente raddoppiato i loro utili, mentre i cittadini scoprirono a loro spese che il costo di un caffè al bar era di 80 centesimi, somma equivalente a 1.600 lire. Si obietterà che da quel Dì il mondo è cambiato e che l’Europa non è più quella di prima. Ma mentre la Germania con l’Euro è uno Stato ricco, e la Francia lo è altrettanto, così come l’Inghilterra - che fra l’altro pur facendo parte dell’Unione Europea ha conservato la sua Sterlina - l’Italia si è scoperta un Paese poverissimo che vive in stato di sudditanza rispetto agli altri Paesi europei dai quali prende ordini e ai quali deve, se il Governo assume un provvedimento quale quello tanto propagandato dal giovane Renzi, chiedere il permesso. Quel provvedimento, ricordate, doveva per le promesse renziane entrare in vigore sin dal 1 aprile, mentre adesso entrerà in vigore dal 1 maggio. Ecco la spiegazione dell’arcano: manca il permesso della Cancelliera Merkel.
Infine, su tutta Roma campeggia un manifesto che annuncia la nuova attività di regista del signor Walter Veltroni, che vuole ricordare l’epoca e le gesta del mitico Berlinguer, responsabile, insieme alla Democrazia Cristiana (non lo dimentichiamo mai), del dannosissimo compromesso storico che portò l’Italia ad indebitarsi nel modo e nella dimensione che oggi soffriamo tutti, in nome dell’assistenzialismo e del clientelismo il più sfrenato. Per fortuna vicino a quel manifesto ne campeggia un altro per iniziativa di Fratelli d’Italia che, ritraendo la Meloni, ricorda al popolo attualmente inerme e disilluso che è sovrano e che sarebbe forse il caso di ricordarlo all’imbonitore Renzi che, con il concorso del monarca Napolitano, governa l’Italia senza essere passato per il voto; promessa peraltro dallo stesso Renzi non mantenuta. Forza italiani, diamoci una mossa.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:20