
L’altro giorno siamo stati in tensione tutto il giorno, attendendo la notte degli Oscar con la prospettiva di veder premiato il film di Paolo Sorrentino, “La grande bellezza”. Verificatosi il felice evento, giornali e televisioni pubbliche e private non fanno altro che mettere in evidenza il successo del cinema italiano, richiamando personaggi che hanno veramente fatto la storia del cinema nostrano e non solo, per azzardare paragoni impossibili.
Tutto comunque è utile per distrarre la gente dai suoi problemi quotidiani, così lunedì la gente recandosi al lavoro ha avuto modo di parlare non solo della propria squadra del cuore, ma anche del trionfo di Sorrentino. Sembra quasi la normalità se insieme a questa bella notizia non ve ne fossero tante altre che rappresentano l’Italia come un Paese allo stremo, dove si verificano ogni giorno suicidi o delitti il cui movente (come succede ormai da più di vent’anni) non si scoprirà mai, vista la palese inefficienza dell’amministrazione della Giustizia che si preoccupa spesso e volentieri di altro, per esempio di politica.
Ma l’evento degli Oscar è servito almeno per qualche giorno per distrarre l’opinione pubblica dalla partenza davvero disastrosa del Governo Renzi I, costruito con il metodo vecchio ma efficiente del cosiddetto Manuale Cencelli. Ma il disastro non è riferito ai componenti della compagine governativa ma ai provvedimenti immediati, sempre assunti con la decretazione di urgenza, riguardanti il reperimento di fondi per coprire gli interventi sul lavoro, sulla scuola e sulla città di Roma, devastata da anni dagli sprechi quotidiani. Ed ecco ricorrere, come fan tutti dai tempi del Fascismo, all’aumento dell’Accise sui carburanti, all’aumento dell’aliquota utile per la Tasi ed alla tassazione dei Bot e delle rendite finanziarie, senza far alcuna differenza tra gli investimenti milionari degli speculatori finanziari e delle banche. Istituti di credito favoriti come sappiamo dal famigerato decreto “Imu-banche”, che trasforma la Banca d’Italia da ente controllore ad ente controllato. A tal proposito è ancora al suo posto il tanto amato (da Renzi) sottosegretario Delrio, che annunciando l’intervento si è reso protagonista di una gaffe, subito corretta dal Premier ma non dimenticata dagli italiani che dopo pochi giorni si sono accorti dell’ennesimo raggiro che non perdoneranno mai. Tasse, sempre tasse. È questo il ritornello e se qualcosa è cambiato rispetto al Governo Letta, il cambiamento riguarda non i famosi rinvii del Governo del “non fare”, ma l’attuazione del progetto, sempre in sintonia con i diktat della Merkel e compagnia.
Nel frattempo si è consumato a Roma, senza che la maggior parte degli italiani se ne accorgessero, il congresso del Pse, partito al quale ha aderito con entusiasmo il giovane Renzi, circondato da bandiere rosse e simboli socialisti portati dai suoi compagni di partito fra i quali spiccavano le presenze dei compagni Bersani, D’Alema, per ribadire che il Pd ormai di centro non ha più nulla. Ma il fatto più allarmante e offensivo per la maggioranza degli italiani, che nulla ha a che vedere con i rigurgiti socialcomunisti, è stato l’abbraccio di Matteo Renzi a Martin Schulz. Già, il nemico giurato di Berlusconi e dell’Italia che non perde mai occasione di denigrare il nostro Paese. Il giovane Premier ha assicurato l’appoggio per l’elezione di questo squallido personaggio a presidente della Commissione Europea.
Certo, anch’io che da tempo non frequento con assiduità le sale cinematografiche, vedrò la “La grande bellezza” e se mi piacerà sarò il primo a congratularmi con il produttore, che mi pare sia Medusa, il regista e gli attori, e se lo spettacolo offerto dal film mi entusiasmerà non potrò che ribadire quanto da sempre sostengo, e cioè che la genialità italiana in tutti i campi, non ultimo quello della cinematografia, non ha rivali al mondo.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:09