
Se Carlo Freccero, intellettual-chic e stipendiato Rai (grazie al canone che il prossimo 31 gennaio saremo costretti a pagare), può dire ciò che vuole, a dispetto dell’equilibrio dell’informazione che dovrebbe essere garantita dall’apposita Authority, partecipando a quasi tutte le trasmissioni televisive dove si parla di politica, non è certo colpa sua. Questo signore al pari di tanti altri signori che, scendendo da una splendida Porsche, per bere un caffè in un bar dei Parioli, con La Repubblica sottobraccio, è libero di offendere la parte migliore del popolo italiano, che ha l’unico torto di non sopportare la spocchiosa ipocrisia della sinistra.
Si dà il caso che il professor Freccero, oggi in pensione, durante l’arco della sua vita ha diretto varie testate, fra le quali anche due reti Mediaset, il che la dice lunga sulla sua abilità di proporsi, e che nel corso degli anni che seguirono (forse per vendetta nei confronti del Cavaliere che lo aveva licenziato) in Rai non ha fatto altro che favorire programmi satirici (dice lui) chiaramente ostili a Berlusconi, vedi i programmi con i Fratelli Guzzanti e quelli di Luttazzi (la cui volgarità non ha avuto precedenti, tanto da essere definitivamente allontanato da tutte le reti televisive).
Queste considerazioni sono utili non tanto per qualificare il personaggio ben noto, come lo descrive molto bene in un articolo uscito su L’Opinione di Gianluca Perricone, quanto per porre l’accento sulle polemiche anche violente che ha determinato l’accordo Renzi-Berlusconi sulla nuova legge elettorale e sulle riforme. Per la prima volta dopo vent’anni, per merito sempre del pregiudicato Berlusconi e del rottamatore Renzi, la politica ha dato un segnale importante di serietà. Un segnale tanto importante da scatenare le reazioni avvelenate di tutti i mestieranti della politica che, ovviamente, paventando il pericolo di non poter condizionare con il loro intervento la formazione di coalizioni e di Governi, utile per coltivare i loro davvero sporchi affari e conservare privilegi immeritati, non hanno digerito l’accordo.
Ma mentre la direzione del Partito Democratico, a malincuore, ha approvato il progetto, il chierichetto Alfano appoggiato dall’inimitabile Formigoni e dal ciellino Lupi, non ha digerito il successo dell’incontro e con atteggiamento di sfida non ha saputo dire altro che il pregiudicato Berlusconi, dopo aver abbandonato il Governo delle larghe intese è andato a trovare a casa sua il suo carnefice, stabilendo un’intesa che non gli fa onore. Parole di rabbia che non fanno altro che qualificare il personaggio che sta aggrappato al potere, ancora stupito per averlo acquisito solo grazie alla protezione berlusconiana. Ma c’è di più.
Ad Alfano non vanno giù le liste piccole e bloccate, ben consapevole che il Ncd non entrerà mai più in Parlamento con nessuno dei suoi membri, ma anche se le liste fossero lunghe e con il voto di preferenza. Pensate davvero che in Italia dove succede di tutto, anche la restaurazione del Partito comunista con la falce e martello su sfondo rosso e con Marco Rizzo che brandisce il pugno chiuso, che il chierichetto Alfano o il residuato bellico Cicchitto riuscirebbero in caso di elezioni politiche a collezionare più di una manciata di preferenze, elargite da parenti stretti e amici? Gli italiani hanno ormai capito tutto e non sono più disposti a farsi strumentalizzare.
Vogliono vivere la stagione della rinascita, stagione che può essere realizzata con idee chiare e precise da in giovane che ha avuto il coraggio di sconfiggere l’apparato e da un vecchio che ha capito il momento ed è disposto con il suo carisma, mai tramontato nonostante i tanti errori, a lanciare nell’agone politico attraverso i club fondati in tutta Italia giovani dotti ed entusiasti. Ma pavento un grave pericolo rappresentato da un possibile ritorno di fiamma del Cavaliere nei confronti dei traditori e la possibilità dall’altra parte di far rivivere l’apparato che non sopporterà mai di dover condividere non con l’avversario politico ma con il nemico giurato le riforme annunciate.
L’intervento di Renzi a “Porta a Porta” è stato quanto mai chiaro e deciso, ma ha chiesto ad Alfano di intervenire su Berlusconi per ottenere le preferenze. Segnale questo quanto mai preoccupante più delle dimissioni di Cuperlo. Attento Cavaliere, non si faccia influenzare dalle doti diplomatiche di Gianni Letta dimostratesi fallimentari e, approvata la legge elettorale e le riforme necessarie e indispensabili, riporti gli italiani al voto dato che non sopportano più di fare file di ore per pagare tasse e balzelli vari che stanno distruggendo la pur debole economia. Non commetta altri errori e faccia in modo che si metta mano finalmente alla indispensabile riforma dell’Ordinamento Giudiziario.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:02