Democrazia inesistente tra alluvioni e diktat

Che la Democrazia in Italia sia diventata una barzelletta è una certezza ed è sotto gli occhi di tutti un fenomeno davvero molto pericoloso che si va estendendo man mano che il tempo passa. Ricordate cosa si diceva di Francesco Cossiga, detto il “picconatore” e costretto a dare le dimissioni prima del termine di sette anni previsto dalla Costituzione? È un personaggio pericoloso in quanto fa delle esternazioni che mettono a rischio la tenuta democratica del Paese e non solo. Dopo Cossiga è salito al Colle uno dei tanti burocrati che affollavano l’Italia ancor prima della stagione attuale, con l’unico merito di essere una persona equilibrata e rispettosa dei limiti imposti dalla “Magna Carta”, a tal punto da trovare il gradimento della destra.

Ma tra Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi occupò il Quirinale il peggior Presidente della Repubblica che l’Italia ricordi. Quell’Oscar Luigi Scalfaro che fece della sua idea cattocomunista acquisita nel tempo la linea guida dei governi che si sono avvicendati, memore di essere stato nell’immediato dopoguerra colui che fece fucilare il Prefetto della sua città ed alcuni eroi colpevoli soltanto di amare la loro Patria. Deputato a vita, rimase famoso per la frase: “A questo gioco al massacro non ci sto!”, pronunciata in occasione di un messaggio alla Nazione il 3 novembre del 1993, per controbattere a tutte le insinuazioni sul famoso scandalo Sisde, ritenendo responsabili tutti coloro, amici ed avversari, che avevano tratto giovamento da Tangentopoli.

Ma dopo Ciampi è salito al Colle il comunista Napolitano, eletto con il voto dei senatori a vita, privilegio che costa tantissimo agli italiani senza alcun ritorno neanche a livello di immagine Questi si è trasformato, forse fulminato come San Paolo sulla Via di Damasco, da proletario comunista in monarca, quasi ad emulare le gesta di Umberto Secondo, re per un solo mese, ed al quale somaticamente somiglia. Egli sceglie i primi ministri sia tecnici che politici, interviene per sostenere il ministro Cancellieri, promette a Berlusconi la salvezza con i buoni uffici di Gianni Letta, zio di Enrico, salvo poi smentire tutto, pur di non far mancare l’appoggio al Governo Letta che non demorde dalla sua inefficienza giornaliera financo certificata dalla Commissione Europea e dai dati Istat che smentiscono la fallace previsione di ripresa per il 2014.

Comunque, fucilato alle spalle Berlusconi da parte non solo dei suoi avversari e nemici di sempre, ma anche da coloro che al Cavaliere debbono tutto, che fa Napolitano? Invita la nuova maggioranza ad insistere nel percorso intrapreso, invitando il suo partito, che ha un’idea contraria, a non votare la sfiducia alla Cancellieri da lui stesso scelta o indicata per ricoprire il ruolo di ministro della Giustizia, certo com’è che il nuovo centrodestra, quello del chierichetto Alfano non voterà la sfiducia. Ma che sarà mai di tanto grave chiamare al telefono un amico o un’amica per dimostrare vicinanza e solidarietà data una vecchia amicizia che ha consentito al figlio di occupare in Fonsai un posto da dirigente per un anno con una liquidazione di qualche milione di euro?

Assolutamente comprensibile il comportamento della Cancellieri, che oggi modo di spiegare la legittimità del suo comportamento in sintonia con altri episodi che riguardavano altre persone non conosciute come la signorina Ligresti. Tutto va bene madama la marchesa dirà il Parlamento, così come il rottamato Renzi, costretto a cambiare idea, dovrà inchinarsi al volere di Napolitano. Inoltre, che nessuno si azzardi a paragonare al caso della Cancellieri al caso di Berlusconi che telefonò alla polizia per proteggere la famosissima minorenne Ruby, presunta nipote di Mubarak. In questo caso è stata provata la concussione e l’induzione alla prostituzione in danno di una minore o presunta tale.

Reati gravissimi la cui contestazione da parte dei pubblici ministeri milanesi ha già avuto l’avallo del Tribunale. Solo che la Cancellieri, quella signora che dovendo ricevere gli avvocati abbandonò la riunione con alcuni ministri e collaboratori, dicendo “vi devo lasciare, giusto il tempo di togliermi dai piedi questi scocciatori”, ha la benedizione di Napolitano e forse anche quella di Papa Francesco che è salito al Quirinale per omaggiare l’ateo comunista nella sede che una volta era la sede dei papi. Dovremo pertanto sopportare ancora una volta i diktat del Capo dello Stato, accettando un governo politico innaturale, così come abbiamo sopportato quello tecnico di Monti, solo perché il monarca non vuole sciogliere le Camere, occupate allo stato dalla peggior classe politica e da altri soggetti improvvisati, eletti più che dal Popolo, dalla protesta del Popolo fatta propria dal commediante Grillo.

Per concludere vorrei chiedere al monarca Napolitano e al suo figlio prediletto Enrico Letta, che si recheranno in Sardegna e magari piangeranno i morti, se è mai possibile che una strada sia costruita sul letto di un fiume, e se intorno ad essa siano costruite abitazioni e depositi senza che siano state adottate quelle misure di salvaguardia del suolo e dell’ambiente necessarie ad evitare le tragedie alle quali assistiamo impotenti ogni volta che il Padre Eterno, incazzato pure lui, ci invia un temporale! È più importante la tutela dei cittadini dagli eventi naturali o è più importante assicurare il posto di ministro della Giustizia alla Cancellieri? Scelgano loro, perché noi abbiamo in proposito le idee molto chiare.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:18