
Evviva evviva, finalmente qualcuno della famiglia Berlusconi si è svegliato, o meglio, ha pensato bene attraverso un legittimo sfogo, di dire la verità. I drammi del Cavaliere e del centrodestra, simbiosi che nessuno può negare, hanno una sola e unica origine, purtroppo anche essa addebitabile al Cavaliere. Sin dal 1994, data che nessuno potrà mai dimenticare, sulle macerie dei partiti, che, attraverso varie e semestrali alleanze, avevano governato l’Italia.
Silvio Berlusconi, nel tentativo riuscito di evitare che i comunisti andassero al potere tanto ambito dalla fine della Seconda guerra, inventò un movimento politico ispirato dalla idea liberale, coinvolgendo nel progetto tanti personaggi, mestieranti della politica, il cui unico obiettivo non era quello di assicurare il progresso di una nazione prostata da tangentopoli, ma quello di assicurarsi, così come avevano fatto in tanti anni, prestigio e privilegi.
Nel corso del ventennio, Berlusconi al quale tutto può essere rimproverato tranne il fatto che grazie a lui, la libertà nel nostro martoriato Paese, è stata ancora assicurata, non ha saputo rinnovare la classe politica facendo respirare al partito aria fresca che solo la gioventù Dotta ed entusiasta poteva assicurare. Pensate che i coordinatori del Pdl, erano Bondi, il meno peggio per cultura, Cicchitto il cui unico merito è stato quello di non aver mai rinnegato Craxi, Verdini le cui gesta imprenditoriali e giudiziarie sono ben note e La Russa, che, proveniente da An, all’epoca guidata da Fini il rinnegato, non ha nel suo dna il tradimento.
Ma l’errore più grave commesso è stato quello di avere allevato nel suo grembo il “chierichetto” Alfano, di democristiana provenienza, al pari di Lupi, Formigoni, Giovanardi, che, pur di rimanere assisi su poltrone che in nessun altro Paese Europeo avrebbero mai occupato, sono pronti al tradimento come è stato dimostrato qualche settimana fa , in occasione del voto di fiducia al Governo Letta, nipote del cerimoniere tanto caro al Silvio nazionale ed al monarca Napolitano.
Se tutt’ora questi sono i personaggi vicini al Cavaliere, la giovane Barbara entusiasta e combattiva, merita davvero un plauso, per essere uscita allo scoperto definendo i tanti “cortigiani” inaffidabili e traditori ed in ogni caso irriconoscenti nei confronti dell’uomo che li ha sollevati dalla polvere. Ma, gli italiani che si sono resi conto di quanto io e tanti altri da tanto tempo sosteniamo, non sono sciocchi servi del Potere come i cortigiani e si rifugeranno nel non voto una volta che il Cavaliere non dovesse essere più protagonista della vita politica Italiana.
Ma davvero qualcuno può pensare che con Alfano, Formigoni Quagliariello, Lorenzin Cicchitto e altri, il centrodestra comunque lo si chiami possa vincere le Elezioni politiche prossime, sconfiggendo il Pd che nonostante le lotte interne, troverà sempre lo zoccolo duro dell’apparato catto comunista, che che ne possa pensare il furbastro Renzi che già si vede, non solo segretario ma candidato premier.
A tal proposito, la furberia usata dal fiorentino in occasione della Convention Leopolda di non usare la bandiera del Pd, forse farà breccia negli sprovveduti elettori del centro destra che non sono pochi, stanchi delle mancate promesse di Berlusconi e dei suoi accoliti, ma determinerà la violenta reazione di coloro che a tutt’oggi non hanno abbandonato l’idea Staliniana, manifestata nelle piazze della Cigl dai tanti disperati che vivono la lotta di classe, tanto cara a Togliatti e ai suoi eredi, tra i quali vi è, caro Cavaliere, il Monarca Napolitano, che non ha pensato neanche un minuto a nominare Senatori a vita i personaggi che sappiamo. Ha ragione Barbara Berlusconi ad affermare ciò che anche il padre sa, ma che non dice per paura di danneggiare la compattezza del partito che non è più tale.
A proposito di compattezza, siamo certi che con il voto segreto sulla decadenza del cavaliere i mestieranti della politica che giurano fedeltà a Berlusconi non votano “sì”? Ho qualche dubbio! Non ho mai amato particolarmente la marcetta di Mameli, ma non per non aver creduto nelle eroiche gesta del patriota di Porta Pia, ma perché musicalmente, l’Inno Italiano avrebbe meritato altro Autore ed altra musica, ma è giunto il momento per gli Italiani di destarsi, invocando il rispetto di quei sani principi che rendono grande un Paese: patria, famiglia, religione.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:45