Alfano e Letta figli della Dc

Ma chi è Angelino Alfano, e che cosa ha fatto nell’arco della sua breve vita per meritare tanta attenzione in sede politica, al punto da condizionare e imporre la linea al partito di centrodestra, creatura esclusiva dell’uomo che nel lontano 1994 salvò l’Italia dalla deriva comunista nella quale stava precipitando. Ma chi è Enrico Letta, di poco più anziano del primo, per meritare gli onori pubblici massimi al punto di presiedere il Governo nato per volere di Berlusconi, che dopo avere fatto un miracolo il 25 febbraio corrente anno, risuscitando il Pdl ormai morto, ha benedetto lo strano connubio.

 Queste sono le due domande alle quali si può dare una risposta esaustiva, consultando Internet. Angelino Alfano nasce ad Agrigento nel 1970, frequenta scuole tutte ispirate al cattolicesimo praticante, laureandosi presso l’Università cattolica del Sacro Cuore in Giurisprudenza e diventando successivamente avvocato, professione nella quale non ha lasciato traccia alcuna. Tracce importanti le ha viceversa lasciate sotto il profilo politico, diventando presidente dell’ala giovanile della Dc. Ma nel 1994, da furbetto quale è sempre stato, fiuta il tracollo del partito nel quale è nato e cresciuto politicamente e, cogliendo al balzo l’idea berlusconiana che nulla aveva a che vedere con le sue idee, aderisce a Forza Italia entrando nelle grazie del Cavaliere che lo ha sempre tenuto vicino a sé, e diventando protagonista di una carriera politica sempre in ascesa fino all’attuale carica di vicepremier.

Enrico Letta nasce a Pisa dove frequenta scuole un po’ diverse da quelle frequentate da Alfano, fino ad acquisire una laurea prestigiosa in Diritto internazionale che lo porterà dopo aver fatto il portaborse di personaggi importanti, da ultimo Andreatta, quale capo della segreteria del Ministero degli Esteri del quale il professore era ministro durante il governo Ciampi. Di seguito la sua carriera politica non ha avuto ostacoli, se non per la candidatura a segretario del Pd. Se paragoniamo i due percorsi il paragone appare blasfemo, essendo la carriera di Letta di gran lunga più prestigiosa di quella di Alfano, per lo meno sotto il profilo culturale.

 Ma un connotato li rende simili, sono entrambi Democristiani e cresciuti e pasciuti con il verbo di Dio ad uso e consumo, non dei poveri e dei disgraziati immigrati , per i quali si spendono parole di cordoglio per l’immane tragedia di Lampedusa, ma dei potentati economici; non disdegnando, come nel caso di Letta, agganci massonici. Se questi sono i personaggi entrambi Democristiani, l’uno di centrodestra, l’altro di centrosinistra, è lecito chiedersi se nell’arco del ventennio berlusconiano l’idea liberale è stata perseguita realmente o è stata un bluff.

 L’attuale situazione politica fa propendere per la seconda ipotesi, in quanto non si vede all’orizzonte quale possa essere il personaggio che possa realmente scompigliare le carte di un maledetto gioco al massacro, massacro non dei tanti mestieranti della politica che sguazzando nel pantano traggono profitto personale, ma del popolo italiano che rischia di ripagare con gli interessi l’Imu falsamente abolita o di non riuscire a vivere normalmente, se per la maggior parte dei mesi dell’anno è costretta a lavorare per lo Stato famelico e sprecone, per non parlare della totale inefficienza dei servizi pagati a caro prezzo.

 A tal proposito sono state sufficienti poche gocce d’acqua abbattutesi sulla Capitale per impedire addirittura il percorso a piedi dei romani nella loro città definita eterna per la tradizione, ma in realtà una cloaca massima per lo stato delle sue strade, escludendo quelle imperiali che nessuno, tranne qualche straniero sprovveduto, percorre. A quando il risveglio e la rivoluzione per liberarci una volta per tutte di questi signori?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:44