
Libertà di stampa, libertà di parola, sono principi intoccabili per chi vive in democrazia, ma a tutto c’è un limite ed è rappresentato dalla libertà di opinione per chi presume di conoscere tutto, dal diritto alla medicina, all’arte, alla filosofia e tutto lo scibile umano. Chi vuole assistere a questo scempio, non deve far altro che accendere il televisore il mattino alle ore otto e sintonizzarsi con La7. L’argomento ovviamente è il solito: la decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore, con la conseguente caduta del Governo Letta. Gli opinionisti ovviamente non giuristi, diventano tali improvvisamente, discettando di retroattività o meno della legge Severino, convenendo ovviamente tutti su di un punto: la retroattività. Insieme agli opinionisti dànno spettacolo i due politici di turno, nel caso Nitto Palma per il Pdl e una simpatica signora per il Pd, ovviamente l’uno ferocemente contrapposto all’altra, nel rispetto della tradizione politica solo italiana che vede due partiti ideologicamente contrapposti che si trovano a sostenere un governicchio per volere del monarca Napolitano.
Ma a tutto ciò, lo ripeto, vi è un limite invalicabile rappresentato dalla pochezza giuridica delle argomentazioni illustrate dagli opinionisti che non prendono mai atto che il loro mestiere bello e rispettabile nulla ha a che vedere con il diritto se non per la cronaca, che è l’elemento essenziale che contraddistingue quella nobile professione. A dir la verità Giorgio Dell’Arti si è distinto, preferendo addentrarsi nella valutazione del pensiero attuale del Cavaliere; valutazione ovviamente negativa ma con molta probabilità esatta ponendo in rilievo le ben note titubanze che impedirebbero l’unico comportamento lineare, in presenza di una ostilità atavica dei cattocomunisti nei confronti di Berlusconi e di un possibile tradimento da parte dei ben noti mestieranti della politica, che pur di conservare la carica di ministro o sottosegretario o il prezioso seggio in Parlamento non impiegherebbero neanche un minuto per tradirlo.
In questo miserevole scenario, si elevava in modo flebile la voce di Nitto Palma, che tentava, pur essendo stato etichettato quale amico di Cesare Previti che ha scontato la sua pena ai servizi sociali, in ragione dell’età avanzata, di sostenere la tesi ben nota della non retroattività della condanna penale. Con argomenti a dir la verità davvero scadenti un giornalista de “La Stampa”, cercava di dimostrare, sul presupposto dell’espressione di voto favorevole alla Legge Severino anche da parte del Pdl, che la condanna definitiva non avrebbe mai potuto legittimare la presenza del Cavaliere in Senato. Nessuno che nel contesto abbia sentito il dovere di richiamare i principi fondamentali che contraddistinguono la democrazia, principi che pongono l’accento sulla sovranità popolare che, pur in presenza della democrazia parlamentare, impedisce a chi rappresenta il popolo di togliere di mezzo il rappresentante della maggioranza degli italiani che oggi più che mai è Silvio Berlusconi, nonostante la condanna definitiva pronunciata dalla Cassazione.
Ma stranamente il Cavaliere è titubante e chiede ai suoi di pazientare quarant’otto ore prima di dimettersi, ammesso e non concesso che, per quanto da me sostenuto in precedenza, siano veramente disposti a farlo. Proprio questa titubanza gli italiani non comprendono, non potendo confidare il Cavaliere sulla benevolenza di Napolitano, che viceversa si è già organizzato non solo per non sciogliere le Camere, ma per dar vita ad una nuova compagine governativa presieduta dal personaggio che il mitico Forattini raffigurava nelle sue vignette, un piccolo roditore che nel formaggio si trova a proprio agio e non ha intenzione di lasciarlo. Il sempiterno Amato, da tutti criticato per l’accumulo di trattamenti pensionistici, ovviamente è pronto alla bisogna, ponendo magari o forse sulla scala l’ultimo tassello.
Sono tanti ancora i mestieranti della politica che stanno attorno al Cavaliere, vittima fra l’altro delle fallimentari doti diplomatiche di Gianni Letta, delle quali, non si sa per quale ragione, Berlusconi non riesce a liberarsi. Il Cavaliere, lo ripeterò fino alla nausea, non ha più bisogno della collaborazione di questi personaggi. Ha bisogno di essere circondato da giovani e sono tanti che dotti ed entusiasti credono nella grandezza del Paese nel quale sono nati e che non vogliono essere quotidianamente presi in giro dal democristiano di turno, che pur di rimanere a galla promette una ripresa che non c’è, mentre l’isola di Malta, avamposto britannico sul Mediterraneo ci supera. Mica noi italiani abbiamo gli anelli al naso!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:46