Stupidaggini per le allodole

In tema di armi di distrazione di massa, così come ha sottolineato in tv Maurizio Belpietro, l'infelice battuta del leghista Calderoli pronunciata per dileggiare la ministra Kyenge, oltre a non sortire nessun effetto sul piano del declinante consenso del Carroccio, ha offerto un inaspettato assist al governo Letta ed alla sua traballante componente democratica. Un governo sempre più afflitto da un vuoto di concrete iniziative ed un partito, il Pd, dilaniato da molte lotte intestine e con la spada di Damocle di un renzismo che preme continuamente per riportare i cittadini alle urne.

Ebbene, la cagata estiva di un uomo incline alla politica pirotecnica delle iniziative ad effetto -ricordiamo tra le altre cose la famosa maglietta col porcellino e il ridicolo rogo delle presunte 375.000 leggi abrogate- ha contribuito a dirottare l'attenzione dei più su un classico specchietto per le allodole di un estremismo da sagra paesana. E così, anche se la cosa durerà poco, per qualche giorno ci si è concentrati sul paragone oranghesco dell'ex ministro per la Semplificazione normativa, glissando i ben più rilevanti nodi che l'esecutivo delle larghe intese si trova a dover sciogliere, aumento dell'Iva e Imu sulla prima casa. Solo per scongiurare l'applicazione di queste due ulterioriori mazzate fiscali occorrerebbero 5 miliardi a regime.

 Una cifra quest'ultima che dal di fuori sembrerebbe poca cosa rispetto all'enormità di una spesa pubblica che viaggia intorno al 55% del prodotto interno lordo. Tuttavia, allo stato attuale pure il governo Letta, nonostante i trionfalistici annunci iniziali, sembra incapace di intaccare gli enormi interessi consolidati che si celano dietro la spesa medesima. D'altro canto neppure la strada assai rischiosa di un ulteriore indebitamento risulta a questo punto percorribile, visto che a legislazione invariata le stime parlano di una netta sforatura del nostro deficit di bilancio: da un previsto 2,9% ad un 3,3%.

Ciò, unito all'ulteriore declassamento subito ad opera della più importante agenzia di rating, tenderebbe a scongliare il ricorso ad altri prestiti per l'operazione Iva ed Imu. Ma il buon Roberto Calderoli, invece di incalzare la maggioranza su questi ed altri temi di fondamentale rilevanza economica, i quali ai ceti produttivi del suo amato Nord interessano mille volte di più che l'aspetto esteriore della ministra Kyenge, non trova di meglio che sventolare il tema dell'intolleranza etnica con un linguaggio da bar dello sport. Forse da questo si comprende il motivo per il quale la Lega Nord in pochissimi anni ha dilapidato gran parte del suo vasto consenso elettorale.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:52