
La presa per i fondelli a carico degli italiani ha raggiunto i livelli massimi, se il duo catto comunista Letta-Napolitano, in presenza della stagnazione economico-sociale nella quale si trova il Paese, si permette di illudere il popolo di fessi (come considerano gli italiani), promettendo la ripresa e, insieme a questa, la speranza di un’impossibile rinascita. Il problema serio non è tanto questo, conoscendo gli italiani, molto meno fessi di quanto i predetti possano considerarli, è che forse ci credono loro, certi come sono che nulla succede di preoccupante per il loro status e quello dei tanti leccapiedi che li circondano.
Fra questi vi sono personaggi, da sempre senza arte né parte, che gongolano al solo pensiero che nulla cambia e cambierà a causa della veramente desolante giovane classe dirigente, che si accontenta delle briciole lasciate sul tavolo da questi mestieranti della politica, abituati ormai da sessant’anni e passa a dominare non solo la materia che è molle e addomesticabile, ma anche le menti involute, al grido di vittoria per avere ottenuto il 6 politico. Sicché, senza cultura, viene a mancare il culto della tradizione e con esso l’amor patrio con la consapevolezza di essere nati nel Paese che ha dato i natali a geni, artisti, scienziati e poeti che il mondo ci invidiava. Oggi al solo pensiero che Benigni possa interpretare Dante e recitare la Divina Commedia, i nostri avi si rivolterebbero nella tomba, pensando a De Santis, Monti, non quello di Scelta Civica, Leopardi, Carducci, Pascoli e via dicendo. Ma forse esagero, pensando che la gioventù allevata a pane e hot dog abbia avuto modo di sentir parlare di questi personaggi, posto che in un quiz televisivo, alla domanda: come si chiamava Boccaccio, il concorrente ha risposto Francesco e a quella: come si chiamava Petrarca, il concorrente ha risposto Giovanni.
Purtroppo questo è lo stato delle cose, amaro quanto si vuole, ma temo irreversibile, posto che la gioventù entusiasta e dotta cerca altrove il meritato successo, e con fortuna, posto che la genialità del popolo italiano si esprime non solo nel male ma anche e soprattutto nel bene. Magra consolazione se vengono spesi tanti soldi dalla televisione di Stato per far vedere le bellezze naturali, uniche al mondo dell’Italia tutta, la cui orografia è unica al mondo, per osservare alla fine di una trasmissione che si occupa del meraviglioso territorio calabrese che si snoda tra il mar Tirreno e il mar Ionio all’esterno e la Sila e l’Aspromonte all’interno, che quella regione è purtroppo afflitta da un male incurabile: la criminalità organizzata. È come dire, togliete via da qual si voglia itinerario turistico la Calabria infestata non da animali pericolosi ma da gente infrequentabile. Il che non è affatto vero, posto che la Calabria è la terra di Cassiodoro e di Pitagora per non parlare di tanti altri e che, pochi lo sanno, ha dato il nome all’Italia. Forti di questa antica tradizione, i calabresi non solo sono ospitali ma data la loro ben nota genialità con la loro presenza nobilitano l’intero territorio nazionale. Purtroppo l’assistenzialismo democristiano l’ha fatta da padrone per tanti anni creando quella commistione tra politica e affari, tutt’ora in vigore.
Ciò che veramente non si riesce a spiegare è l’inerzia del Cavaliere che, obbediente ai diktat del monarca Napolitano sta irritando la gente che non riesce a spiegarsi il perché di questo atteggiamento, che nulla ha a che vedere con l’indubbia persecuzione giudiziaria della quale è vittima e per la quale ha la solidarietà di gran parte del popolo italiano. Siamo a luglio e gli italiani in larga maggioranza hanno già rinunciato alle vacanze estive, gravati come sono da tasse, imposte e balzelli vari, e prima o poi reagiranno in modo davvero incontrollabile, non potendo sopportare più la politica del rinvio; e le imprese, tartassate da Ires, Irap e contributi vari, falliranno in massa, con le ovvie conseguenze sull’occupazione. La spesa pubblica che è la causa di tutti i mali deve essere abbattuta senza temere la reazione dei sindacati dai quali gli stessi lavoratori si stanno allontanando, avendo compreso che gli stessi non sono altro che occasione di privilegi. Infine, caro Cavaliere, che cosa aspetta a mandare all’aria questo Governo che sta facendo di tutto per farlo apparire quello che non è, un pagliaccio. Il senso di responsabilità è una virtù salutare se si mantengono le promesse, altrimenti è la scusa comoda per una pagliacciata con tutte le conseguenze del caso!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:44