
Che cosa avrà detto a Letta Silvio Berlusconi è un interrogativo sul quale tutti i cronisti e gli editorialisti di regime, stamane si saranno esercitati nel tentativo di individuare gli argomenti all’ordine del giorno della cena di lavoro. Conoscendo i consiglieri del Cavaliere con in primo piano Gianni Letta, zio di Enrico, penso di non sbagliare pensando che Berlusconi, dopo avere esternato la legittima indignazione per la davvero incomprensibile Sentenza emessa dal Tribunale di Milano, avrà rassicurato il neo Premier che si è auto definito “Timoniere”di una nave più che in tempesta, da rottamare, sulla tenuta del Governo, ponendo magari le ben conosciute condizioni, l’abolizione dell’IMU, il non aumento dell’aliquota IVA, la detassazione in favore dell’occupazione giovanile, il ridimensionamento di Equitalia, ma non quella più importante, la riforma dell’Ordinamento Giudiziario, che la recente sentenza ha dimostrato essere la più urgente, sia per la tranquillità dei cittadini per bene che per l’economia e la finanza.
Immagino che cosa il timoniere del nulla avrà detto al Cavaliere: ”per favore non parliamo di Giustizia, perché altrimenti casca la casa faticosamente costruita, per volere del mio partito che punta tutto sulla eliminazione dell’avversario politico per via giudiziaria, le sentenze si rispettano, ragione per la quale dobbiamo individuare il modo per salvaguardare la sua persona che dovrà, nel modo più possibile indolore, uscire di scena”. In tutto questo, non è mancato l’intervento del Monarca Napolitano, che ha chiesto continuità e non turbative. Mi chiedo e con me tanti Giuristi, specie coloro che da costituzionalisti, interpretano la MAGNA CARTA, se il nostro Capo dello Stato non abbia già da tanto tempo violato la Costituzione, esercitando un Potere che non gli compete. Tutti concordano con tale assunto ma sono portati a giustificare il tutto con il vuoto istituzionale determinato dalla davvero avvilente per non dire altro situazione politica nella quale l’Italia si trova. Vi è da osservare che si avverte giorno dopo giorno il davvero preoccupante vuoto democratico che deve essere in qualche modo riempito da una Persona che, mal volentieri (lo dichiara lui) abita al Quirinale, voluto proprio dal Liberale Berlusconi, per favorire il Governo delle Larghe intese.
L’Italia è ormai messa molto male, se un intellettuale di grande valore quale è Giuliano Ferrara è costretto dagli eventi ultimi a promuovere una manifestazione in favore della Giustizia vera, quella equilibrata alla quale gli Italiani erano abituati prima della disastrosa Legge Breganze, che si è trasformata in una pagliacciata con lo stesso giornalista che dopo avere usato il rossetto sulle labbra che generalmente usano le donne tutte anche quelle belle e per bene, ha inscenato una protesta contro la Magistratura con particolare riferimento alla Bocassini che ha svolto il ruolo della pubblica accusa, senza preoccuparsi non dico, come stabilisce la Costituzione, di cercare le prove anche in favore dell’imputato, ma di verificare le prove e sono tante fornite dalla difesa . A me le pagliacciate non sono mai piaciute se non in Teatro, ragione per la quale al posto di Ferrara mi sarei preoccupato di protestare conto l’uso politico della Giustizia, questo si provato e documentato dall’ultima parte del dispositivo della Sentenza dalla quale si evince chiaramente che le prove a favore dell’imputato ed erano le sole acquisite al processo, non sono state ritenute attendibili al punto da trasmettere alla stessa Procura i relativi verbali per verificare l’esistenza del reato di falsa testimonianza a carico di trentadue persone.
La gravità di tale circostanza da sola avrebbe legittimato una grandissima manifestazione popolare per cercare di ritrovare l’equilibrio necessario per giungere all’affermazione dello stato di Diritto, ormai inesistente nel nostro Paese. Dalla cena di Palazzo Chigi Il Cavaliere sarà uscito con l’amaro in bocca, avendo dovuto inghiottire l’ennesimo ROSPO.
Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 10:39