Le titubanze del Cavaliere

O il Cavaliere ha un progetto che non vuole esternare oppure a che cosa serve il governo delle larghe intese? La maggioranza degli Italiani non l’ha capito. Berlusconi ,dal momento in cui è nato il governo Letta, o tace, oppure quando decide di parlare, non fa che tessere le lodi dell’esecutivo, che a suo dire sta adottando i provvedimenti voluti dal Pdl. Se non che, e siamo in pochi ad averlo capito, nell’approssimarsi delle decisioni tanto attese, vuoi della Corte Costituzionale, vuoi della magistratura ordinaria, alza i toni, non parlando ovviamente dell’Imu, ma dell’aumento dell’Iva, da scongiurare a tutti i costi, anche violando il famoso e dannosissimo Patto di Stabilità. Apriti cielo. Letta, di rimando ed in presenza dei panzer europei, lo smentisce ed i cattocomunisti, colgono l’occasione non solo per insultarlo, cosa che fanno giornalmente, ma per sostenere che, se quel Patto esiste è esclusiva responsabilità del Cavaliere che lo ha accettato quando era Premier.

Per fortuna, in questo momento, tiene banco il comico genovese, con i problemi del suo Movimento, ma tra qualche giorno, a seconda dell’esito dei procedimenti in corso, scoppierà il finimondo, non potendo Berlusconi più sopportare una persecuzione giudiziaria che non ha uguali al mondo. Ma ciò che preoccupa maggiormente gli italiani, che dopo il 17 giugno sono diventati più poveri, è il pressapochismo della politica, i cui mestieranti continuano a farla da padroni, preoccupati come sono di non perdere i privilegi acquisiti, una volta messo piede nelle Istituzioni parlamentari. Berlusconi certamente tale problema non ha, godendo di autonomia economica non indifferente acquisita attraverso l’attività imprenditoriale svolta in vari campi dell’economia e della finanza, ma in questo periodo di grave crisi anche le sue imprese soffrono, indebolite da alcune sentenze che hanno viceversa fatto la fortuna dei suoi competitori, primo fra tutti quel De Benedetti che attraverso il quotidiano radical schic "La Repubblica", non perde occasione per parlar male. Basta pertanto fare un brevissimo riassunto dell’attività governativa di questi ultimi due mesi, per giungere alla conclusione che, per salvare il Paese dalla catastrofe imminente, bisogna andare a votare, prima possibile, con l’obiettivo di raggiungere una maggioranza utile per ristabilire i giusti parametri economici e sociali ai quali gli Italiani per bene e laboriosi erano abituati.

Ma c’è un "ma" grosso quasi come il Palazzo del Quirinale abitato, non per sua libera scelta da un personaggio che, essendosi calato nella realtà, si è arrogato i poteri propri di un Capo di Stato eletto direttamente dal popolo. Io lo chiamo monarca perché, nonostante sia un comunista storico, esercita il potere come se fosse un sovrano. Se così è, Napolitano scioglierà a breve le Camere, affidando l’incarico, qualora Letta fallisse (ci siamo vicini), ad un altro mestierante della politica che tenterà di dar vita ad un nuovo esecutivo, magari con il sostegno dei transfughi grillini. A questo punto, il Cavaliere, svincolato dagli accordi presi con Napolitano, tirerà fuori le unghie e non solo portando il popolo Italiano ormai stanco ed esausto dalla pressione fiscale diretta ed indiretta, che il governo di sinistra esaspererà, alle porte dei Palazzi, dove si esercita il potere, ottenendo dalla legittimazione popolare una maggioranza bulgara tale da consentirgli l’esercizio del potere, giusta i parametri di una ferrea strategia liberale, senza gli ostacoli di finiana e casiniana memoria. Il tutto per il progresso di un paese, vittima della spesa pubblica enorme ed ancora senza controlli, posto che gli attuali divieti sono utili soltanto a coloro che coltivano la disperazione dei poveri derelitti, a fini propri e di categoria. Basta pensare che l’1,5% del debito pubblico pari ad 800.miliardi di euro, sarebbe sufficiente per non pagare L’Imu e per non alzare di un punto l’aliquota Iva, per rendersi conto che l’Italia non si salverà mai se non si taglia drasticamente la spesa pubblica improduttiva, utile solo per finanziare in qualche modo l’apparato del Pd o qual si voglia apparato pubblico o privato, fonte di ricchezza e privilegi dei "soliti noti".

Penso che sia questo il progetto vero del Cavaliere. Ma perché abbia successo, lo ripeto per l’ennesima volta, deve fare presto e deve allontanare da se i mestieranti della politica, e sono ancora tanti, privilegiando le forze giovanili di ambo i sessi, perché la speranza di tutti noi italiani sta nel rinnovamento, non quello dei cattocomunisti o dei grillini, ma della società che deve essere educata come era una volta alla cultura ed all’amor patrio. Perché si deve sentire in giro, Grande Germania Grande Francia, Grande Inghilterra e non più Grande Italia, terra che ha dato i natali ai più grandi geni ed ai più grandi artisti del mondo intero?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:45