Pdl alla frutta senza il Cavaliere

Il Pdl è davvero alla frutta senza Berlusconi. Il perdente annunciato, Alemanno, dopo la sconfitta non prevista nelle dimensioni dai sondaggi, dà la colpa al Derby, celebrato la domenica delle elezioni, per assolvere se stesso ed i suoi stretti collaboratori. Non commento la scusante per amor di Patria, evitando di qualificare il personaggio per quello che è. Ma la delusione non viene soltanto dalla debacle del centrodestra, ma dai commenti che si sentono in giro specie quelli di Cicchitto, un vecchio mestierante della politica, e della Dolce Gelmini che non sa dire altro che raccontare la solita storia della disaffezione al voto, provocata dalla stanchezza degli elettori che non hanno ancora potuto constatare l’efficienza del governo. Ride la sinistra, ma non fa salti di gioia, ben sapendo che il suo parziale successo è dovuto alla fortissima astensione.

Si sa, e non potevano smentirlo i sondaggi, che ogni qual volta la sinistra vince (e per fortuna avviene molto raramente) la vittoria è determinata dalla disaffezione al voto. Se nella città eterna un romano su due non è andato a votare, quello che è andato a votare appartiene per lo più alla sinistra. È anche vero che a destra, lo strappo, opera di Berlusconi, cerimoniere Gianni Letta, zio di Enrico, alla convinzione social liberale, sacrificata alle esigenze governative in un periodo così delicato come quello che si sta attraversando, è stato sentito di più che a sinistra. Ed è anche vero che al Pd disastrato ha senza ombra di dubbio giovato il governo delle Larghe intese, per una semplice ragione. Dopo le elezioni politiche, il Pd trionfatore si è trovato perdente, ed ogni tentativo di formare una maggioranza di governo con i grillini, è sfumato per la intransigenza dell’interlocutore principale. Fallita anche l’elezione del Capo dello Stato, si è trovata l’unica soluzione per farlo rimanere a galla, e la soluzione chi l’ha data, pensate un po', il nemico giurato, Silvio Berlusconi.

Il senso di responsabilità del Cavaliere, pertanto, ha distrutto il Movimento 5 Stelle, facendo rimanere a galla proprio il Pd, ed in una pericolosa situazione di stallo il Pdl, dato da tutti i sondaggisti in ascesa. Mi auguro per l’ultima volta, perché c’è un limite a tutto, che il Cavaliere allontani definitivamente dalla sua Corte i tanti squallidi personaggi che gratifica non solo portandoli in Parlamento, perché il suo carisma sta per trasformarsi in caricatura. Non è possibile che per governare la Città di Roma non si sia trovato un personaggio della società civile in grado di sostituire un sindaco che, più che di tutelare il bene comune, si è preoccupato di beneficiare parenti ed amici collocandoli in vari posti di potere nelle tante municipalizzate, prima fra tutte l’Acea che si è resa protagonista, tante volte, di comportamenti vessatori nei confronti del Cittadini. È stato sufficiente per la sinistra allo sbando, presentare un medico, conosciuto attraverso i media tutti, per convincere la gente a votarlo.

Non era meglio individuare il candidato nella ardimentosa e battagliera Meloni? Avrebbe per lo meno suscitato un qualche entusiasmo nei giovani in questo momento abbandonati a loro stessi e facile preda dell’incantatore di turno. Quanti giovani bravi e studiosi si sono affidati al populismo del comico genovese, solo perché, terminati gli studi, non hanno trovato il naturale sbocco nel lavoro per il quale hanno studiato? Ai nostri figli non abbiamo assicurato l’avvenire che, viceversa, i nostri padri hanno assicurato a noi. Si obietta facilmente con la solita frase"i tempi erano diversi". Facile escamotage per nascondere le nostre responsabilità. A lungo ci siamo cullati coltivando la facile speranza nel progresso economico e culturale di un Paese che da sempre è stato in grado di superare le crisi. Speranza fallace perché dovevamo accorgerci che il "sei politico" non poteva giovare a nulla se non al degrado culturale nel quale ci troviamo immersi, e che le iniziative finanziarie e commerciali favorite in un primo momento dall’entrata in vigore dell’Euro, altra fallace speranza, in presenza di un debito pubblico enorme ci avrebbero portati al fallimento.

Ma come spesso succede a pagare sono sempre i più deboli, perché le banche, Le compagnie di assicurazioni, L’Eni, L’Enel, l’Acea, troveranno il modo ed il sistema di garantire fortune e privilegi a pochi. Al di là di come andrà a finire il secondo turno delle elezioni amministrative, il governo meticcio e strano, abolisca l’Imu, riformi le istituzioni, prima di tutto con l’elezione diretta del Capo dello Stato, ridimensioni Equitalia, favorisca il progresso economico e sociale con la indispensabile riduzione della pressione fiscale, e favorisca l’occupazione giovanile. Non è possibile che un giovane laureato in ingegneria elettronica o nucleare, od una laureata in architettura, in attesa di trovare un lavoro consono agli studi fatti, per vivere serva ai tavoli di un ristorante frequentato, magari, da un manager di un qualche istituto bancario, che acquista il danaro dalla Bce allo 0,50% e riduce il tasso di interesse a qualche risparmiatore rimasto! Se non si fa tutto questo, caro Cavaliere, vincerà la sinistra e con essa la barbarie. Anche quella giudiziaria.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:44