Il Partito democratico che perde sempre

Voglio per un attimo occuparmi del PD, per cercare di dimostrare che con qual si voglia sistema elettorale, non vincerà mai. L’ultima chance l’aveva avuta alle passate Elezioni Politiche e l’aveva concessa proprio il PDL, il cui capo carismatico, a causa dell’intreccio, Napolitano, Gianni Letta ed il chierichetto Alfano, si era dimesso dalla Carica di Presidente del consiglio, per consentire l’esperimento di Governo più dannoso che l’Italia democratica abbia mai avuto. Dopo undici mesi di Governo Monti, durante il quale, sia il PD che il PDL avevano votato tutti i Decreti Legge avallati dal Monarca Napolitano, a causa della presunta e mai dimostrata incapacità del precedente Governo, nonché della altrettanto presunta impresentabilità del Cavalier Berlusconi in campo internazionale, con particolare riferimento all’Europa comandata dalla Merkel, il Partito Democratico, certo di aver definitivamente distrutto politicamente Berlusconi, anche con l’aiuto della magistratura politicizzata, si apprestava a scalare Palazzo Chigi, indisturbato e certo di poter governare il Paese, in compagnia del vetero Comunista Vendola, relegando all’opposizione il nemico giurato.

Se non che, gli Italiani sentendo parlare di lotta di classe, di tasse ed imposte varie, utili soltanto a garantire il Potere dei neo Comunisti, mascherati da democratici, si sono svegliati dal letargo agevolato proprio dai comportamenti di tutti i politici, sempre più determinati a conservare i privilegi da sempre goduti, e i cosiddetti Moderati sono diventati smoderati, costringendo il Cavaliere a togliere la fiducia al Governo Monti, scoperchiando così la pentola ed inducendo il Monarca Napolitano a sciogliere le Camere. A sinistra, lo scioglimento delle Camere ha rappresentato l’indispensabile viatico per l’annunciata vittoria Elettorale, trascurando del tutto l’umore degli Italiani totalmente mutato ed al contempo sottovalutando le doti di recupero dell’odiato Berlusconi. Effettivamente l’umore degli Italiani dopo lo strappo del Cavaliere era totalmente mutato, e molti di coloro che non si volevano rifugiare nell’astensione, si sono determinati al voto di protesta, scegliendo il Movimento 5 Stelle.

La stessa cosa è avvenuta a sinistra ma con una differenza abissale tra i due candidati Premier, Berlusconi e Bersani. Il primo ha preso in mano la situazione, interpretando l’umore della Gente che lavora e viole vivere nel benessere e non nell’odio di classe; il secondo denigrando l’avversario, apostrofandolo quale delinquente abituale e quindi ineleggibile, in ogni caso l’unico responsabile della grave crisi che attraversa il Paese. Il voto del 26 Febbraio ha certificato la sconfitta del PD ed il recupero del PDL, nonché l’Exploit del Movimento cinque stelle. Che cosa è quindi successo? E’ successo che il sig. Bersani illudendosi in ogni caso di aver ottenuto qualche migliaio di voti in più di Berlusconi, ha tentato di coinvolgere Grillo e la compagnia dei desperados che guida, ricevendo in risposta pesci in faccia. Stendiamo un velo pietoso sulla vicenda riguardante l’elezione del Capo dello Stato, conclusasi con la conferma del Monarca Napolitano che, beato lui ,si è sacrificato, non già per la Patria, concetto che ignora, ma per il Paese, e veniamo ai giorni nostri, dove lo scenario, udite, udite, è quello voluto da Berlusconi che per non dispiacere Napolitano, intercessore Gianni Letta, zio di Enrico, ha determinato il Governo delle Larghe intese con obiettivi e programmi ben precisi.

Se non che sono trascorsi quasi ottanta giorni e non si vede la luce atta certamente non ad illuminare ma, per lo meno, a schiarire la vita degli Italiani per i continui rinvii sui provvedimenti da prendere. Certamente alcun rinvio non subisce la davvero sconcertante persecuzione giudiziari a contro il Cavaliere, e nonostante ciò e le dichiarazioni del Presidente del Gruppo del PD al Senato che propugna sempre la ineleggibilità del Cavaliere e la sua indegnità ad essere eletto Senatore a vita, il Governo vive, anche fuori dal Convento, giorni tranquilli. Il senso di responsabilità ha un limite, non potendosi consentire a nessuno, tanto meno ad un alleato di Governo di delegittimare l’unico vero Autore della Coalizione. Per molto meno in qualsiasi Paese del mondo, governato da un sistema democratico, ciò potrebbe essere consentito! Ma andiamo pure avanti, pur andando in dietro, tanto tra uno o due mesi i nodi verranno al pettine ed il PD, già DS, già PDS, da sempre PCI, per nostra fortuna sarà sempre minoranza nel Paese, essendo la maggioranza dei suoi abitanti per tradizione storica e per mentalità largamente liberale, anti comunista. L’inno dei Comunisti, Bandiera Rossa, è rimasto lettera morta alla fine della seconda guerra mondiale, quando il compagno Togliatti con i rubli russi voleva traghettare l’Italia nel blocco sovietico.

Al suo posto venne scelta la marcetta di Mameli che, orgogliosamente intendiamo cantare, a condizione che, in nome della “responsabilità” non venga offesa la dignità del Popolo Italiano, che ha bisogno in questo momento di una riforma economica seria, della riduzione della pressione fiscale, del ridimensionamento del mostro Equitalia, di una riforma elettorale seria. Se ciò il PD non dovesse accettare e se Zanda o Epifani dovessero continuare a denigrare l’alleato (nemico) Berlusconi, non vi è altro da fare che togliere la spina al Governo, e ridare la parola agli elettori, che ancora una volta metteranno all’angolo i cattocomunisti.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:25