Il Cavaliere prenda esempio da Andreotti

Due eventi hanno caratterizzato la vicenda Italiana in questi ultimi giorni, entrambi collegati sia pure in modo particolare, e mi spiego. Il primo evento anche per ordine di importanza riguarda la morte del democristiano Giulio Andreotti, che ha senza dubbio caratterizzato il secolo scorso, lasciando comunque, nel bene e nel male una impronta indelebile. L’altro certamente meno importante sotto il profilo politico attuale, ma preoccupante sotto il profilo istituzionale, l’accordo intervenuto tra il PDL ed il PD, riguardante la nomina dei presidenti delle Commissioni parlamentari, avvenuto nel rispetto di quei canoni strettamente democristiani di andreottiana memoria, in parte disatteso dal PD, che ha votato contro la nomina di Nitto Palma a presidente della Commissione Giustizia del Senato.

Trattasi senza ombra di dubbio di un affronto al Cavaliere, il quale, sempre sotto il suggerimento del Cerimoniere Gianni Letta, zio di Enrico, ritira la minaccia più che legittima di togliere l’appoggio al Governo, più che mai inciuciato, e replica sconfessando la convenzione sulle riforme che voleva peraltro presiedere, sostenendo la sua inutilità. È davvero sconcertante quanto quotidianamente avviene e non ci si accorge che nulla è cambiato per quanto riguarda i processi a carico del Cavaliere, e che l’intendimento di farlo fuori definitivamente, e non con la nomina di Senatore a vita, impossibile da attuare in presenza di un soggetto che, se si continuerà di questo passo sarà dichiarato ineleggibile a qualsivolglia carica pubblica, è sempre all’ordine del giorno. Poiché il Letta Iunior ha avuto la bella idea di convocare tutti i ministri nel complesso immobiliare di Spineta, in territorio di Sarteano, provincia di Siena, gestito da un signore che ha acquisito una immensa proprietà immobiliare grazie anche e principalmente alle possibilità economiche della compagna, la nipote del mitico Cuccia di Mediobanca memoria e che tra gli immobili vi è una antica Abbazia, ovviamente senza monaci e senza l’Abate, io che più modestamente, nelle vicinanze possiedo un podere con un casale del Seicento ed altri annessi altrettanto pregevoli, vorrei ospitare il Cavalier Berlusconi per chiarirgli le idee.

L’ospitalità è non solo graditissima, ma totalmente gratuita. Non è possibile più dar credito a gente che fa politica da sempre, abituata come è a gestire il potere per il proprio tornaconto, senza che l’imprenditore prestato da venti anni alla politica non si accorga delle trappole tese ad ogni piè sospinto. Queste trappole il democristiano Andreotti le scopriva in tempo e con il suo grande fiuto politico le rendeva innocue, facendo sì che gli italiani traessero vantaggi sia pure effimeri, rispetto a quelli goduti dagli adepti politici, a qualunque corrente fossero appartenuti . Ma il problema è che il Cavaliere, quando se ne accorge, trova il modo non di evitarle, ma di immedesimarsi nelle problematiche che le sottendono, trovando il modo di sviare il discorso sulla inutilità della Convenzione sulle Riforme. Peccato ,peccato davvero, perché il personaggio è l’unico in grado di tenerci fuori dal guado nel quale Monti ed il governo dei tecnici hanno fatto precipitare l’Italia. Pertanto non abbia alcun timore di togliere la fiducia al governo che grazie a lei è nato, non consentendo che il PD si permetta di contestare una sua scelta, nell’ambito di un accordo che per produrre i suoi effetti salutari per il paese, deve essere rispettato senza se e senza ma. Gli italiani hanno capito tutto, finanche il bluff renziano, che come tutti i bluff è destinato ad essere scoperto e liquidato. Prenda esempio da Andreotti, sotto quest’ultimo profilo; Il Giulio nazionale, mescolando l’intelligenza con l’ironia, non perdonava mai chi aveva tradito la causa, giusta od ingiusta che fosse. Prima o poi doveva pagarne il fio. Rinnovo l’invito e spero comunque di poter passare il fine settimana sulle colline senesi e non in una desueta Abbazia!

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:19