La Grande Coalizione da noi non funziona

Il Cavaliere sembra finalmente accorgersi della necessità di giovarsi di avvocati degni di questo nome, che svolgono la professione, nel rispetto delle regole deontologiche e di quelle giuridiche, comprese le norme costituzionali che per essere interpretate correttamente, richiedono qualità particolari che non tutti hanno, gli Italiani stanno sul piede di guerra ed in attesa dei provvedimento governativi promessi, cercano di sbarcare il lunario, arrangiandosi. Le piazze non sono quelle gioiose e canterine del 1 Maggio, che, alla stessa stregua degli stadi di calcio, nei quali i tifosi, trascinati dalla squadra del cuore, dimenticano per qualche ora i loro problemi, ma sono quelle dove a vario titolo si invoca giustizia sociale ed al contempo progresso e crescita, totalmente annullati dalla disastrosa esperienza montiana.

Messo in piedi il governo e completata l’opera con la nomina di trenta sottosegretari, utile per placare gli animi dei tanti politici bramosi di cariche istituzionali, la politica mostra in suo lato debole con le solite rappresaglie tra gli esponenti dello stesso partito, come nel caso del PD dove si notano sempre con maggiore intensità i malumori per un alleanza posticcia destinata a non durare a lungo, per la chiara incompatibilità tra i dee e programmi diversi. Penso che gli sforzi del Monarca Napolitano, cerimoniere Gianni Letta, zio di Enrico, siano destinati a naufragare nella tempesta della contrapposizione ideologica. Si fa spesso il paragone con la Germania, per sostenere che ,in presenza di tre minoranze, è possibile formare un Governo di Grande coalizione, per la salvezza del Paese. Ci si dimentica che in quel Paese, esiste una sinistra socialdemocratica, un centro democratico, identico alla vecchia DC, un partito liberale vero (i verdi e la destra xenofoba stanno fuori dal Parlamento o stanno all’opposizione) che non hanno tra loro contrapposizioni nette, e comunque tali da mettere in crisi il popolo tedesco.

La Merkel, cristiano democratica, guida con successo la coalizione, compatta nel sostenere programmi ed istanze riformatrici per la grandezza del Paese. Da noi esiste un partito comunista camuffato dalla presenza cristiana di vecchi esponenti della DC, che pur di sopravvivere accettano di buon grado l’incontro del Diavolo con l’acqua Santa, sotto la sigla catto comunista, PD. Esiste un Partito di centro destra, ormai e per fortuna, identificato con Silvio Berlusconi, con la sigla PDL, che raccoglie Liberali e democristiani, quelli fedeli al bianco fiore simbolo d’amore, nonché quello che resta di AN, il partito di destra, fondato dal rinnegato sig Fini e scioltosi ingloriosamente nel citato PDL .Esiste la Destra di Storace, ormai ridotta a percentuale da prefisso telefonico nonché Fratelli D’Italia, movimento nato per rimarcare la differenza con il Partito di Berlusconi che in nome del "Papa Re" non volle fare le primarie). Io sono pertanto dell’idea che né la ideologia liberale né tanto meno l’ideologia della destra sociale, possano convivere con l’ideologia catto comunista, ispiratrice di Letta e compagnia varia.

Non appena ottenuta la fiducia, le varie anime della coalizione hanno rimarcato le differenze, ponendo in discussione addirittura l’accordo raggiunto tra i tre Partiti della coalizione, uno dei quali reduce da una cocente sconfitta elettorale. Se Berlusconi richiama l’attenzione di Letta sul rispetto dei Patti, con particolare riferimento all’odiata tassa sulla Prima Casa, l’Imu, subito i rappresentanti del PD negano che l’accordo, così come invocato da Berlusconi, non è stato raggiunto costringendo il Premier mentre era protagonista di un importante incontro internazionale a ribadirlo con la solita precisazione democristiana : La rata di giugno è sospesa in attesa di altre determinazioni. La gente ormai non sopporta più le menzogne o le ipocrisie commentate in largo ed in lungo in tutte le trasmissioni televisive, ragione per cui bisogna dare davvero l’ultimatum ed astretto giro di posta.

”O si rispettano i Patti, togliendo l’Imu sulla prima casa, e restituendo quella pagata nel 2012, o si fanno le riforme, quella elettorale e quella costituzionale riguardante l’elezione diretta del Capo dello Stato, o si va immediatamente al voto, anche con il Porcellum. Andare al voto, poi, è indispensabile per "licenziare" la Boldrini che, occupando la terza carica dello Stato, ha ricoperto di vergogna l’Italia di fronte al mondo e nello scenario davvero triste di Portella della Ginestra con la frase detta in commemorazione del 1 Maggio. ("da vittime a carnefici per crisi di lavoro"). A proposito della festa del 1 Maggio, non oso nemmeno pensare a come l’avrebbe commentata l’unico vero Padre della Costituzione, Enrico De Nicola, che, con la parola "lavoro" intendeva indicare ogni tipo di impegno lavorativo, primo fra tutti quello della mente!

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:06