
Concessa definitivamente la fiducia al Governo Letta, come volevasi dimostrare, prendendo lo spunto dalle dichiarazioni fatte dal Primo Ministro, il Franceschini di turno tiene a precisare che la tanto odiata IMU, non sarà abolita, con la promessa restituzione di quella pagata, ma sarà prorogata in attesa di riflessioni ulteriori. Gli fa eco Fassina che ritiene i soldi versati dagli Italiani più utili per evitare l’incremento dell’IVA, nonché la veterocomunista Camusso che pensa non già ai poveri esodati, ma alle risorse sottratte al solito deleterio assistenzialismo. Per fortuna la presa di posizione del PDL è stata netta e decisa ed il senatore Matteoli ha preteso che il Premier ribadisse l’impegno preso alla Camera. La risposta di Letta, ovviamente, nel rispetto della tradizione democristiana ha ribadito l’impegno preso alla Camera con la precisazione d’obbligo («in attesa di una sistemazione globale del problema fiscale»).
Ha detto tutto e niente. Ma noi che siamo speranzosi, ci fidiamo delle parole di Berlusconi ribadite da Brunetta e da tutto il PDL: «Senza l’abolizione dell’IMU e la sua restituzione non sosterremo il Governo appena nato». Staremo a vedere, anche se il Democristiano Letta ha precisato che il Governo appena nato è solo il frutto di quel senso di responsabilità tanto caro al Monarca Napolitano, perché egli avrebbe preferito qualcosa di diverso. Si riferiva certamente al trionfo annunciato della coalizione PD-SEL, vanificato dal Giaguaro che ha scombussolato i piani, che prevedevano una compagine governativa costruita in odio al nemico giurato, Silvio Berlusconi, con la conseguente distruzione del Politico e dell’uomo. Ma , attenzione Cavaliere, non si fidi più di tanto delle parole concilianti e certamente ipocrite dei suoi attuali alleati, trarranno spunto dalle dichiarazioni dei grillini, che invocano la sua ineleggibilità, rendendola possibile attraverso un voto del Parlamento che inevitabilmente si occuperà anche di conflitto di interessi, e sul punto, stia tranquillo, il PD ed i suoi dirigenti troveranno lo spunto per appoggiare le iniziative grilline, tanto care proprio a loro, e per salvarla non saranno sufficienti i buoni uffici del Cerimoniere Gianni Letta, zio di Enrico e tanto caro a lei ed al Monarca Napolitano.
Non si illuda sulle promesse fallaci di questa gente cresciuta ed allevata nell’odio nei confronti di quelle persone che hanno conquistato il benessere lavorando e confidando sulle loro forze che fra l’altro, come diceva l’unico salvatore della Patria, Enrico De Nicola , non vi è alcun progresso, neanche per chi lavora, se non si incentiva l’iniziativa privata. Caro cavaliere, lei certamente stima ed ammira il liberale Antonio Martino e chieda a lui quale sia la ricetta più valida per uscire dalla crisi. Non potrà che rispondere alla sua domanda nel modo seguente: «Meno Stato più diritti dei cittadini laboriosi e geniali quali sono gli italiani». Lo Stato deve essere al servizio dei Cittadini e non viceversa, come accade con la struttura europea dei tecnocrati, che, lautamente retribuiti, curano gli interessi delle banche e delle compagnie di assicurazione, a scapito dei primi. Se tutto ciò non dovesse realizzarsi, molto meglio dare la parola agli elettori senza perdere molto tempo.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:50