Grillo è una strada senza uscita

In attesa che si sciolga l'enorme enigma del futuro governo, Grillo e il M5S continuano a monopolizzare il dibattito politico. Lungi dall'aver esaurito la propria spinta propulsiva, come dimostrano alcuni sondaggi che già li danno ampiamente sopra il 30%, i grillini hanno per ora gioco facile nel cavalcare l'onda lunga della protesta popolare nei riguardi dei vecchi partiti. Ma di questo passo, è probabile che i numeri costringeranno il M5S a dismettere i panni di una forza politica di pura lotta per dar vita un governo con tutti i crismi. Un approdo che lo stesso comico ligure mostra di non gradire particolarmente, soprattutto a causa di una evidente impreparazione complessiva della sua compagine di cittadini comuni condotti quasi per mano nei palazzi alti della democrazia rappresentativa.

Sotto questo profilo, una volta entrati nella stanza dei bottoni, gli uomini di Grillo dovranno fare i conti con una serie di promesse in totale contraddizione l'una con le altre e, principalmente, finanziariamente insostenibili. E' stato infatti calcolato che, includendo il chimerico reddito di cittadinanza, il costo delle proposte presentate agli elettori dal M5S supera i cento miliardi di euro, a fronte di qualche spicciolo derivante dai tagli presentati come salvifici - ad esempio i costi della politica -, quando si tratterebbe in realtà di provvedimenti assolutamente simbolici. In sostanza è accaduto che nel corso del famoso tsunami tour Grillo e le sue truppe cammellate abbiano promesso "pasti gratis" a destra e a manca; ai disoccupati si è garantito un intervento immediato, agli imprenditori un taglio di molte imposte, ai proprietari di case una totale eliminazione dell'odiosa Imu. Non solo, è stato addirittura sottoscritto l'impegno di cancellare la riforma delle pensioni, unico ed importante risparmio a regime del governo Monti, con un tratto di penna. Per non parlare delle deliranti prese di posizione sull'euro e sul debito pubblico, che se reiterate anche nel corso di un esecutivo grillino ci manderebbero in bancarotta nel giro di una settimana.

Tutto questo dimostra, e spero che Beppe Grillo e il suo guru Casaleggio ne siano consapevoli, che con un tale programma non si va da nessuna parte e che, di conseguenza, costoro si trovano nella necessità di rimodulare la propria proposta con elementi di concretezza politica ed economica, salvando la propria vocazione di forza moralizzatrice del sistema democratico. Temo, tuttavia, che essi, non avendo compreso minimamente i guasti strutturali di un regime basato su un eccesso di Stato e di spesa pubblica, non ottengano altro risultato che quello di farci decrescere ancor più in fretta di quanto stia già accadendo. Solo che tale decrescita, invocata peraltro da alcuni teorici demenziali che orbitano intorno al blog di Grillo, sarà tutt'altro che felice. Staremo a vedere dove ci porteranno.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:17