Il Circo Barnum  dei politici italiani

In questo inizio di campagna elettorale scendono in campo i pagliacci di ogni schieramento politico. Clown di un sistema che tassa e spende ben oltre metà del reddito nazionale pronti a giurare il taglio o l’eliminazione di questa o quella imposta. 

Persino Monti, dopo aver portato il carico tributario ad un livello mai raggiunto prima, sta raccontando che è possibile invertire la folle tendenza in atto. E se a destra Berlusconi promette di eliminare l’Imu sulla prima casa aumentando le tasse sui giochi, le sigarette e gli alcolici, a sinistra i teorici dell’attuale welfare straccione che costa un occhio della testa come Bersani, Fassina e Vendola propongono di ridurre le imposte su chi lavora tartassando i ricchi peggio del loro collega d’Oltralpe Hollande. Ma nessuno di questi personaggi da circo ha il coraggio di rilevare che nel corso degli ultimi 20 anni la mano pubblica ha raggiunto un tale livello di costi e di intrusività che nessun pannicello caldo, nessuna partita di giro e nessun giochino delle tre carte potrà risultare efficace. 

Il declino di una democrazia sempre più stritolata da un collettivismo strisciante che distrugge la libera iniziativa, premiando sempre più chi non produce nulla, avrebbe bisogno di ben altre risposte per essere contrastato. 

Secondo gli ultimi dati la pressione fiscale media sulle imprese in Italia è di oltre 20 punti superiori a quella della Germania, oltre 30 rispetto a Stati uniti e Gran Bretagna. Ebbene, senza una taglio drastico di una spesa corrente che ha oramai raggiunto gli 800 miliardi di euro la “nuova” ripartizione delle imposte portata avanti dal fronte delle sinistre potrà al massimo alleggerire la produzione di qualche risibile decimale. Ma per ridurre la mostruosità di un prelievo che sfiora il 70% non basta far piangere qualche presunto riccone, come minaccia l’irresponsabile demagogia di Vendola & company. 

Quando il 94% di questa enorme massa di risorse serve solo per far funzionare la macchina statale, riservando il resto delle briciole alla spesa per investimenti, risulta più che evidente che qualunque nuova entrata non può che servire ad alimentare un sistema impazzito. E sebbene al circo Barnum delle elezioni vanno in scena gli illusionisti di tutti i colori, se non si abbatte il soviet della spesa pubblica siamo destinati a breve a raccogliere cicoria nei campi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:51