Giù le mani da Papi e giganti

Che il diavolo e l’acqua santa possano convivere, l’abbiamo accertato qualche giorno fa apprendendo della grandissima amicizia tra Casini e Bersani. D’altro canto il compromesso storico degli anni Ottanta o giù di lì, è stato un chiaro esempio della possibilità dello sciagurato connubio che “tanto danno addusse agli Italiani”. Ma la sceneggiata televisiva relativa del confronto tra i candidati alle primarie del Pd, sembra dire il contrario, visto l’ostracismo dichiarato dagli stessi, compreso il vetero–democristiano Bruno Tabacci, nei confronti di Pier Ferdinando Casini – che l’attento Arturo Diaconale in un mirabile articolo dal titolo emblematico (“Si scrive Casini, si legge Caltagirone”) descrive, quale abile interprete della Politica Dei Due Forni, di democristiana memoria – lascia non solo perplessi, ma stupefatti, e spiego il perché. La perplessità nasce dall’aver assistito a uno scialbo scambio di idee sui contenuti, sempre gli stessi, tra protagonisti che hanno dato l’idea della non contrapposizione, così come invece il dinamico Matteo Renzi aveva fatto intravedere al momento della sua discesa in campo.

Evidentemente l’“apparato cattocomunista” è intervenuto, mettendo le cose a posto. Peccato, perché la novità  Renzi era riuscita finanche a svegliare molti nel centrodestra, aprendo la strada alle primarie, in un partito certamente carismatico ma con la presenza di giovani e meno giovani, seri e pieni di entusiasmo, per la rinascita di un progetto tradito ma sempre attuale da contrapporre a quello da sempre ancorato alla lotta di classe, tra ricchi e poveri (tra questi ultimi, il ceto medio distrutto ed avvilito dal governo Monti). Lascia stupefatti anche la davvero blasfema dichiarazione di Bersani che si sente addirittura vicino a Giovanni Paolo II. Ma il modesto burocrate di partito, cresciuto come i suoi compagni della Regione Rossa, al culto della dottrina sovietica è un ateo, come tradizione vorrebbe, o è un cristiano, sia pur convertito al cattolicesimo?


Vorrei  avere una qualche notizia in proposito, fermo restando che Giovanni Paolo II è stato il più grande protagonista dell’ultimo trentennio della storia Mondiale, e che con la sua opera straordinaria ha praticamente distrutto il Muro di Berlino tanto caro al maestro Togliatti, che non aveva a cuore, dopo la fine della seconda guerra Mondiale, le sorti dell’Italia, che aveva collaborato a distruggere, ma il desiderio di annetterla al blocco sovietico dal quale riceveva sostegno economico.
Comprendo che ormai in nome della “democrazia” tutto è possibile, anche l’alleanza Bersani, Casini, Vendola. Ma, per carità, non trasciniamo nella melma politica attuale i santi, quelli veri, fra i quali troneggia quel grandissimo uomo e Papa che è stato Giovanni Paolo II. Mi chiedo quanti italiani siano ancora disposti ad assistere a simili teatrini, le cui rappresentazioni tendono  esclusivamente a prendere in giro le persone in buona fede, ad esclusivo vantaggio di chi per una vita, senza né arte né parte, ha tratto beneficio amministrando il pubblico danaro ed ha goduto dei privilegi che l’esercizio del potere assicura. Queste mie considerazioni, lungi dal voler favorire l’anti–politica di grillina memoria, hanno lo scopo di far sì che la gente comune – ormai avvilita e disillusa – spazzi via una volta per tutte i personaggi, tipo Bersani, che non esitano (e questo è davvero troppo!) ad accostare la propria persona al grandissimo Papa che fu Giovanni Paolo II. Non ci si rende conto della differenza che passa tra un gigante ed un nano?

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:36