Rizzoli e La7, movimento d'autunno

C’è movimento nell’autunno editoriale. Cambiano o si assestano le proprietà, si sfornano nuovi programmi tv soprattutto d’approfondimento politico in vista delle elezioni del 2013, si chiudono testate, giornalisti e lavoratori del settore vengono licenziati alla faccia della riforma del mercato del lavoro. Le decisioni più rilevanti riguardano La 7, il Corriere della Sera, la nuova gestione Rai (4,1 milioni l’ attivo di bilancio 2011 dopo 5 anni di rosso) con l’esautoramento del cda. Ormai fanno tutto la presidente Anna Maria Tarantola e il direttore generale Luigi Gubitosi che rispondono solo a Palazzo Chigi e quindi a Mario Monti che li ha scelti e voluti. Partiamo da Telecom.

Il braccio operativo Italia Media sta completando l’iter di vendita della tv La 7 che il direttore Enrico Mentana sta tenendo a galla come terzo polo grazie al telegiornale, gli speciali e approfondimenti politici che tuttavia non superano mai il milione e mezzo d’ascolto. La salute economica di Telecom Italia Media non attraversa un buon momento tanto da rifiutare il salvataggio della tv digitale Dalia che ha cessato le trasmissioni. Doveva essere l’alternativa a Mediaset sul digitale terrestre ma il mancato accordo con Telecom ha fatto precipitare le cose. Restano a casa 25 giornalisti, circa 150 giovani tra tecnici ed amministrativi e frastornati 600 mila abbonanti che avevano tirato fuori in anticipo gli euro per vedere le partite di Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Lecce, Parma, Sampdoria. Per La 7, che nell’ultimo semestre ha perduto 49 milioni di euro su 70 di fatturato, il dossier sul suo stato di salute è all’esame delle 15 società che hanno risposto alla proposta d’interessamento.

Tra i potenziali interessati all’acquisto si stanno facendo avanti due esperti del settore, Claudio Sposito del Fondo Clessidra e Marco Bassetti. Per il Corriere della sera dopo le turbolenze dell’estate (circola con insistenza l’ipotesi di un aumento di capitale della Rcs a causa del miliardo di deficit a metà 2012) l’attesa di decisioni e cambiamenti è per l’assemblea straordinaria del 16 ottobre convocata per la ricostruzione del capitale. Il socio di maggioranza Giuseppe Rotelli (16,5%) sarebbe d’accordo spinto anche da Diego Della Valle, che vorrebbe salire ancora dal suo 5,5%. Per Mediobanca invece (14,2%) l’aumento di capitale non costituisce l’unica alternativa. La vendita di Flammarion e Data, l’arrivo di un partner industriale internazionale potrebbero consentire l’abbattimento di 450 milioni di debito.

Riflettori puntati allora sulle mosse del nuovo amministratore delegato, Pietro Scott Jovane, nominato a maggio. Nell’operazione tagli e riduzione dei costi potrebbero essere inserito anche il rimescolamento delle alleanze. Tenendo conto che anche Piazzetta Cuccia è nel mirino degli operatori per le sue partecipazioni strategiche in Rcs, Generali e Telecom è probabile un autunno di grandi fibrillazioni intorno alle galassie editoriali. Qualche chiarimento verrà già il 5 settembre dalla relazione dell’ad Alberto Nagel coinvolto nelle richieste di buonuscita della famiglia Ligresti da Fonsai.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:00