
Lista civica si, lista civica no. All'interno del Pd si è scatenato l'inferno dopo che le voci si sono susseguite in maniera incontrollata riguardo all'ipotesi (non più tanto remota) della creazione di una lista ad hoc, con il fine ultimo di tentare di colmare l'emorragia di voti "antagonisti" orientati verso il "grillismo militante" del Movimento cinque stelle.
Tutto è nato dala richiesta dei quarantenni rottamatori dei Democratici, che chiedono a gran voce la convocazione del Congresso ad ottobre, così da permettere alla base di dire la sua sul cosa e come fare politica all'interno del partito. Poi parole e suggestioni hanno rpeso la mano ed ha rimbalzato dappertutto l'idea (per alcuni improponibile) della creazione di una lista civica nazionale che affiancasse il partito nella prossima campagna elettorale. Definita un suicidio dalla europarlamentare Deborah Serracchiani, l'idea è piaciuta molto poco a tutti i militanti. Soprattutto quelli legati politicamente al segretario nazionale Pierluigi Bersani che, in prima battuta, è stato etichettato come primo fautore della novella impresa politica del centrosinistra. Subito lo stesso Bersani ha dichiarato che ci deve essere apertura verso la società civile ma che l'idea della listona civica non è nell'agenda del partito. Il problema, in ogni caso, non è di certo la lista, né tantomeno Saviano (che ha ampiamente smentito la sua imminente candidatura). Il problema sembra essere, nel disegno tattico-politico di via Sant'Andrea delle Fratte, le mosse che potrebbe mettere in campo il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Infatti il rottamatore per antonomasia, rientra in quelli che vogliono il Congresso quanto prima, così da poter andare alla conta, candidandosi alla segreteria, contro lo stesso Bersani.
Probabilmente una candidatura a perdere, ma pur sempre una carta che varrebbe, una volta varata la nuova segreteria, un peso politico non di basso rilievo all'interno della nuova dirigenza del partito. Forse a questo puntano Renzi e i quarantenni rottamatori. Che più che rottamatori, stanno diventando sempre più dei rompiscatole in piena regola, nell'alveo intoccabile della cerchia celeste post comunista dei vari Bersani, D'Alema, Veltroni etc etc. Nel partito c'è paura del nuovo, dell'altro e, soprattutto, della perdita o indebolimento delle rendite di posizione che si sono create negli anni. E, se cambiasse anche la legge elettorale (cosa alquanto improbabile), tutti gli attuali parlamentari dovrebbero andare a bussare alle porte dei cittadini, invece che limitarsi a citofonare ai piani alti della segreteria.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:57