Il principe Mario difende gli esattori

Il Principe protegge sempre il suo esattore. Ci mancherebbe. E così Mario Monti, pur giudicando comprensibile il malumore del popolo, ha tenuto a sottolineare che il rispetto per gli esattori di Equitalia non deve mai mancare. Nonostante molti comuni siano in procinto di non rinnovare i contratti in scadenza con Equitalia per quel che riguarda la riscossione dei tributi, la parte di riscossione centrale, ossia quella dello stato, non è messa in discussione.

Forse ci sarà da rivedere qualche aliquota o qualche tipo di aggiustamento al sistema tributario, ma Equitalia, considerata la mano sporca (ma non direttamente istituzionale) che arriva fin dentro le case a chiedere la questua, rimarrà al suo posto. Magari le cambieranno nome, oppure sarà meno "strozzina" con i cattivi contribuenti (non gli evasori), ma la sua terzietà fra stato e cittadini, rimarrà. A garanzia della politica e del governo, così da poter avere, entrambe le parti del gettito (chi dà e chi prende), la possibilità di prendersela con un capro espiatorio al di fuori, almeno formalmente, dal gioco della rappresentanza.

Ovviamente fra gli obiettivi sensibili dei recenti attentati (e minacce) dell'anarchismo rivoluzionario militante, ci sono le principali agenzie di Equitalia. Ma questo non è un problema per Monti, poiché si spera che il buon senso e il weberiano concetto della diligenza del funzionario e della fiducia del popolo negli eletti, sia alla fine il sentimento prevalente nella (non proprio pacifica) diatriba in corso. «Le leggi sul fisco in ogni parte del mondo sviluppato sono leggi molto pesanti e che portano al penale quando c'è una sottrazione di risorse all'erario pubblico», ha detto ieri il leader della Cisl Raffaele Bonanni, aggiungendo: «se c'è tanto accanimento contro Equitalia vuol dire che per la prima volta si persegue chi non paga le tasse».

Ma il problema è diverso. Si rischia di confondere due aspetti e tre attori. Chi si lamenta (senza sparare e senza gambizzare), sono gli italiani che le tasse le pagano. E ne pagano oggettivamente troppe, con un carico fiscale da "strozzinaggio strisciante". Ci sono poi altre due categorie di contribuenti potenziali. Da una parte gli anarchici (o chi per loro) che non vogliono pagare le tasse per ideologia, passando alle maniere forti e violente dell'incomprensibile china terroristica che ha preso la protesta. Dall'altra ci sono evasori ed elusori. Quelli stanno zitti, non parlano e studiano un nuovo modo per non pagare le tasse. Loro non protestano. Loro evadono. E continuano a farlo indisturbati.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:50