
"Vacanze di Natale". No, non è un film panettone di Boldi e De Sica, anche se, poiché il protagonista vive a Milano, il soffice dolce della città meneghina si candida come il simbolo più illustre.
Per noi è del tutto indifferente. Se paga con i soldi suoi e torna corroborato nel corpo e nello spirito, possiamo solo rallegrarcene. Quello che ci preoccupa è altro: è il ruolo dei cattolici in politica e, soprattutto, il comportamento dei politici cattolici in questo drammatico periodo di crisi. Mentre in Vaticano "bertoniani" ed "antibertoniani" si scontrano senza esclusioni di colpi arrivando perfino a sconvolgere le millenarie e ferree regole della riservatezza ecclesiastica, mentre le "talpe" della curia continuano a diffondere sulla stampa documenti confidenziali della Segreteria di stato, mentre alti prelati vengono coinvolti in inchieste inquietanti, Papa Benedetto XVI invita accoratamente i cattolici all'impegno sociale.
E il cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale, invoca, per la vita quotidiana dei cristiani, il modello di santità rappresentato da Giuseppe Toniolo, beatificato pochi giorni fa nella Basilica di San Paolo. Giuseppe Toniolo è stato uno dei fondatori dell'Azione Cattolica e della Fuci ma, soprattutto, è stato un esempio di impegno cristiano nella società del suo tempo.
Che il presidente della Cei proponga come testimonianza etica del messaggio di Cristo in politica il beato Toniolo, significa, senza ombra di dubbio, quanto la Chiesa sia preoccupata per l'attuale condotta dei rappresentanti cattolici nelle Istituzioni e nelle Amministrazioni pubbliche. Questo governo di tecnici ha al suo interno molti esponenti delle associazioni e delle comunità cattoliche. Alla Camera e al Senato siedono numerosi, forse in maggioranza, i parlamentari di ispirazione cattolica.
La disoccupazione cresce in maniera esponenziale, gli sprechi e i privilegi aumentano senza controllo, le categorie più fragili restano prive di tutela, milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà… A questo punto c'è qualcosa che non comprendiamo. Gli esponenti cattolici in politica dovrebbero costruire una società solidaristica ispirata alla dottrina sociale della Chiesa. E allora come mai questi rappresentanti del messaggio evangelico presenti nel governo durante gli ultimi vent'anni, non si sono resi conto del baratro socio-economico in cui stava precipitando il paese? Come mai la loro voce non si è mai levata per moralizzare la vita pubblica, per gridare allo scandalo della corruzione dilagante nella gestione del bene comune, per eliminare la vergogna delle pensioni d'oro e dei privilegi di casta?
Come mai, ancora oggi, malgrado gli appelli etici del Santo Padre e dei vescovi, gli esponenti cattolici della società civile non intervengono per sanare l'immorale gestione delle banche che stanno per provocare nuovi disastri finanziari? Non esiste anche il peccato di omissione? Forse proprio per questo il cardinale Angelo Bagnasco ricorda ai politici cattolici la santità di Giuseppe Toniolo. Forse vuole solamente invitarli a fare un meticoloso esame di coscienza. C'è un grande fermento nelle riunioni dei capi delle associazioni chiamate a riorganizzare l'azione sociale del mondo cattolico.
Abbiamo l'impressione che molti stiano lavorando alla creazione di un nuovo partito, una democrazia cristiana del terzo millennio. Altri sono dubbiosi e immaginano strutture più innovative. Altri ancora, travolti dalle ambizioni personali, stanno provocando lotte sotterranee per la conquista dei ruoli di potere. Tutto questo ci induce a pensare che tanti politici, e tra questi il prezioso governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, non abbiano capito l'importanza e la gravità di quello che sta accadendo nella nostra amatissima Italia.
I cittadini sono alla disperata ricerca di persone di cui fidarsi, di persone che ammettano con umiltà gli errori compiuti e che si impegnino con azioni concrete e coraggiose a correggerli. Formigoni rappresenta una importante testimonianza cristiana in politica, ma se risponde, come ha fatto, con supponenza e fastidio alle richieste di chiarezza e di pulizia nella sua amministrazione, rischia di creare una irreversibile ondata di sfiducia nei confronti dei politici cattolici.
Siamo in molti ad essere convinti che proprio dal mondo cattolico, soprattutto dal generoso volontariato, possa nascere una nuova classe dirigente, giovane, competente ed onesta, ma siamo anche consapevoli che, in questa drammatica e globale emergenza, l'esempio di moralità, di umiltà e di generosità debba provenire, in primo luogo, da quei politici cattolici che come Formigoni sono al potere: a destra, al centro e a sinistra. Da decenni. E adesso anch'io, da cattolico, chiedo al cattolico Roberto Formigoni che mi somministri, se possibile con misericordia, la desueta "correzione fraterna" che merito per aver fatto, senza la dovuta umiltà, il pubblico fustigatore.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:06