Con l'Imu lo stato incassa due volte

Sorvolando sulla «informazione del sistema tributario ai criteri di progressività» inserito nell'articolo 53 della Costituzione, la nuova tassa sulla casa, l'Imu, presenta un altro profilo di incostituzionalità abbastanza palese. Ed è in odore di presa per i fondelli, dal punto di vista del gettito, per quel che riguarda il rapporto fra governo e cittadini, visto che quest'anno lo Stato farà cassa una volta sola, ma intascherà il doppio dei soldi che ai contribuenti sembra di dare.

Dal punto di vista costituzionale, il governo Monti vorrebbe cambiare le aliquote di riferimento con un semplice decreto del presidente del Consiglio votato poi dal Parlamento in sede meramente ratificatoria. Uno smacco degno del Ventennio (decidete se quello fascista o berlusconiano) in barba al ruolo del Parlamento e del principio della rappresentanza. Su questo tema già il Servizio studi della Camera ha avvisato i professori della palese incostituzionalità del provvedimento. Ma così è, ci hanno provato. L'articolo della Costituzione, che richiama ad una chiara riserva di legge è il 23, e prevede che «nessuna prestazione personale o patrimoniale possa essere imposta se non in base alla legge».

Questo dal punto di vista formale. Dal punto di vista sostanziale, il governo Monti si riserva di svuotare le tasche dei contribuenti, non avendone poi tutta questa urgenza e necessità. Infatti per l'anno 2012, il gettito previsto dell'Imu (più alto di quello della defunta Ici), sarà ripartito fra stato e comuni. Ai comuni sarà assicurato, così è stato detto, un gettito pari ai mancati trasferimenti, mentre allo stato andrà la parte residua (a onor del vero molto poco residua, bensì cospicua). 

Ammesso che l'Imu è la somma di Ici e una variabile X; calcolando che quella X è stata concepita per coprire, con il gettito, il mancato trasferimento agli enti locali da parte dello stato; tenendo conto che la parte in più andrà direttamente allo stato, va da sé che lo stato ci guadagna due volte. La prima volta perché ha tagliato i trasferimenti ai comuni, la seconda perché, con la nuova tassa sulla casa, incasserà tutto ciò che non è gettito destinato direttamente ai comuni. Insomma, per quest'anno il colpo grosso è stato davvero scaltro. Peccato che ci sia la Costituzione di mezzo, che sta per tagliare le gambe alla seconda parte della truffa. Le nuove aliquote le deve votare il Parlamento. Che mai vorrà dare il suo assenso al sicuro suicidio della politica nel rapporto con i cittadini-contribuenti. 

Sgombrato il campo da qualsiasi ipotesi di malafede di questo governo, sembra, però, quantomeno bizzarro che proprio un governo di professori di diritto ed economia abbiano potuto pensare di varare una tassa, l'Imu, così smaccatamente incostituzionale e non poco adombrata da secondi fini di cassa. Forse che il governo degli ordinari voglia farsi un piccolo "tesoretto" per poi elargirlo in opere di bene? Sembra un po' strano. A pensar male non si sbaglia mai, soprattutto quando si tratta di governi, politici o tecnici che siano. Quindi, dato che non ci sono voluti grandi studi per capire che l'Imu è solamente l'ultima delle frustate date ai contribuenti (addolcita con gli spot anti evasione di Cortina et similia), non curanti della Carta e dell'equità, voremmo fare una proposta all'attuale esecutivo. Visto che per giugno la stangata servirà (a meno di conti fatti male, di cui non ci si stupirebbe dopo la «svista» degli esodati) a riempire le casse per effetto dei mancati trasferimenti agli enti locali e grazie alla parte del nuovo gettito dell'Imu, non sarebbe il caso di abbandonare, per il 2012, l'ulteriore stangata di fine anno?

Sembra proprio che sarebbe un eccesso quasi gratuito, di cui i contribuenti vorrebbero e potrebbero fare a meno.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:17