I tecnici? Inutili contro gli sprechi

Domenica ho assistito su Rai1 ad un infuocato dibattito televisivo nel salotto-pollaio di Massimo Giletti. Si dibatteva intorno al caso eclatante scoperto a Bologna di una cieca totale che era stata filmata dalla Guardia di Finanza mentre andava in bicicletta, destreggiandosi con evidente maestria tra le insidie del traffico. Fin qui tutto normale, per così dire. Nel senso che non sarà certo

il caso di questa "poveretta", la quale gestisce anche una attività di parrucchiera, a farci aprire gli occhi su una situazione nel campo delle pensioni di invalidità a dir poco vergognosa. Tant'è che come la summenzionata cieca, che percepisce il vitalizio e l'assegno di accompagnamento, sono migliaia i casi di indebita erogazione di sostegni economici a persone più sane dei pesci. Ma la cosa che mi ha colpito nella discussione televisiva è stata una sostanziale spaccatura tra chi cercava di spiegare in modo legalistico questa sporca faccenda, tra cui alcuni consulenti esperti in medicina e in previdenza, ed altri - tra cui il conduttore - che sono stati presi da grande indignazione nel vedere come si possano mettere sotto i piedi evidenza e buon senso attraverso l'esibizione di una scartoffia certificata e bollata. Che, a parere dei medesimi esperti, renderebbe ineccepibile i benefici concessi alla pedalatrice non vedente. 

Ora, al di là del caso specifico, l'episodio televisivo mi ha ulteriormente confortato nel timore, che sembra sempre più trasformarsi in realtà man mano che la crisi economica avanza, di una comunità nazionale sempre più divaricata in più fazioni e fronti contrapposti e, per questo, pronta ad esplodere quando la situazione raggiungerà il punto critico. Una divaricazione nazionale che, come la questione dei vitalizi d'invalidità concessi a cani e porci, separa la parte più produttiva del territorio da quella storicamente più assistita. Che spacca in maniera trasversale chi produce ricchezza nel mare grosso del mercato e chi vive di tasse sotto le più disparate forme. Che mette da un lato la cittadinanza laboriosa di pagatori e dall'altro lato una casta di politici, di sindacalisti e di burocrati travestiti da tecnici che cercano con ogni mezzo di estorcere enormi risorse, senza modificare di una virgola la qualità e la quantità di una spesa pubblica che alimenta ogni forma di spreco. Da questo punto di vista non si può più impunemente continuare in una propaganda, così come sta facendo anche il governo Monti, in cui si bolla il presunto evasore alla stregua di un criminale, cercando di convincere il sempre più imbufalito popolo dei tartassati circa la bontà di un sistema di pubblico che trasformerebbe in diritti legittimi e servizi efficienti gli 850 miliardi di euro che gestisce ogni anno. Oramai non ci crede più nessuno. Ed è per questo che l'unico modo per evitare una conflagrazione nazionale che si fa ogni giorno più vicina è quello di allentare la pressione di uno Stato assistenziale e burocratico il quale sta disgregando ogni forma di coesione sociale. E non saranno certamente le rozze manovre fiscali dell'esecutivo dei professori  ad evitare che la polveriera Italia esploda in mille pezzi.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:52