
Brevissimamente: leggo due notizie rilevanti. La Banca d’Italia, in una delle sue riunioni recenti, ha previsto per il nostro futuro non remoto una carenza di manodopera dovuta alla scemata natalità, e l’accrescimento della vita. Quest’ultima evenienza graverebbe massimamente appunto per la scarsa natalità, la banca auspica immissione nel lavoro di giovani, donne, stranieri, e il potenziamento della tecnologia. L’ulteriore notizia viene dalla Cina. Pur avendo un miliardo e 400 milioni di persone quali cittadini crea robot superiori ai robot occidentali, anche se i mutamenti competitivi sono perpetui. Al dunque, in certi Paesi, è cominciata l’era robotica intelligente, vi sia o non vi sia manodopera e natalità, ormai il confronto avverrà tra “figli” robot più o meno intelligenti. E non soltanto intelligenti, si reclamizza l’umanità del robot, addirittura che sente, soffre, gioisce, ha coscienza dell’Io, stabilisce rapporti sentimentali, sessuali con gli umani e gli umani con i robot. Che l’intelligenza artificiale supererà l’intelligenza umana sta nelle previsioni. Annoto quanto è dichiarato.
Perché tale reclamizzazione celebrativa dei robot intelligenti e dell’intelligenza artificiale? Per dimostrare all’uomo che può essere sostituito senza drammi: il robot intelligente e l’intelligenza artificiali sono umani e più che umani. L’uomo scemi pure: ha trovato la specie futura il Superuomo meccanico, l’Intelligenza prodotta in laboratorio. Tra pochi anni affideremo ai robot e all’intelligenza artificiali il compito di risolvere denatalità, lavoro, produzione, occupazione, conoscenza, sessualità, affetti, persino la guerra, e non sarebbe male. Purché non combattano gli uomini. Avremo animali robot, piante intelligenti, in altri campi rigenereremo specie estinte, otterremo energia inconsumabile, spazieremo negli spazi. Se gli uomini useranno robot e intelligenza artificiale per gli esseri umani davvero la terra sarà arricchita di ogni bene materiale e strumentale. Ma è il sentire, il vivere, la coscienza dell’Io, l’unicità dell’Io che deve reggere, l’individuo estetico esistenziale, il quale ignora da dove proviene l’esistenza. Il robot e l’intelligenza artificiale non hanno origine misteriosa, sconosciuta. Noi ignoriamo l’esistenza dell’universo. Questo ci distinguerà: l’essere proviene da non sappiamo chi o che. E se diciamo Dio, rimandiamo l’enigma: come mai esiste Dio? Ecco l’uomo, colui che si pone queste domande! E nessun robot, nessuna intelligenza artificiale saprebbero rispondere. Che delusione!
Aggiornato il 23 aprile 2025 alle ore 11:39