Il decollo dell’Intelligenza artificiale

Nuove invenzioni sul fronte dell’Intelligenza artificiale. Ma questa volta la tecnologia sostitutiva dell’uomo interviene sulle attività parlamentari. Si tratta di Legislab, ideato da Andrea Colombo, dottorando in Data Analysis e Decision Science del Politecnico di Milano.

In poche parole, un software che “avvalendosi di tecnologie innovative di analisi dei dati e di intelligenza artificiale generativa ha lo scopo di comprendere l’evoluzione e la complessità dell’attività legislativa italiana”. Il sistema, spiega il suo ideatore, è in grado di effettuare un’analisi della complessità e della qualità delle leggi alla luce di una serie di parametri quali la leggibilità, lunghezza e quantità delle parole usate, lunghezza delle frasi, percentuale di parole comuni e non comuni, così da aiutare il Legislatore ad una stesura migliore, in termini di sintassi, dei testi di legge.

Ma il progetto premiato lo scorso 25 luglio nell’ambito di un contest indetto dalla Camera dei deputati per integrare l’Intelligenza artificiale nei lavori parlamentari, non è l’unico nell’orizzonte giuridico.

Sembra, infatti, che molti studi di legali facciano ormai ricorso a Spellbook, un software che usa l’Intelligenza artificiale generativa di Gpt-4 per migliorare la scrittura dei contratti legali. L’utilizzo dello strumento consente, in altre parole, di delegare completamente la scrittura del testo velocizzando l’attività lavorativa. Tuttavia, il tasso di adozione dell’Intelligenza artificiale non decolla.

Alcuni sondaggi britannici mostrano come solo circa un quinto delle aziende ricorre all’Intelligenza artificiale, e se ci postiamo nel Nuovo Mondo i numeri si abbassano ulteriormente. Permane una sostanziale reticenza al suo ricorso da parte delle aziende. Timori in parte dovuti dalla poca conoscenza della tecnologia e in parte anche generati dai frequenti errori che l’Ia ancora commette.

Non poco frequente è, infatti la paura di incorrere in danni reputazionali, soprattutto nel settore pubblico e in altri settori fortemente regolamentati. Ma forti preoccupazioni provengono anche dai lavoratori: secondo un sondaggio di Boston Consulting Group, ad essere più preoccupati sono i cosiddetti front-line worker, cioè coloro che interagiscono direttamente con clienti, consumatori e utenti di servizi e che temono di essere sostituiti dalla macchina.

Le prospettive di crescita sembrano comunque positive. La Goldman Sachs, società leader che opera a livello mondiale nell’investment banking, ha affermato che i benefici economici dell’Ia non sono ancora percepibili in ragione dell’attuale uso limitato della tecnologia nei processi lavorativi, ma si avranno buoni risultati nel lungo periodo in termini di produttività. Tuttavia, sebbene vi sia chi ritiene che oggi le aziende stanno ponendo le basi per un’economia profittevole di nuova generazione, basata sull’Ia, c’è anche chi resta scettico ritenendo che i vantaggi economici dell’Intelligenza artificiale saranno molto ridotti nei prossimi dieci anni.

Aggiornato il 31 agosto 2024 alle ore 09:50