Guerra e materia grigia: il più “cyber” vince

Lo si sapeva: nell’era digitale, il mastermind della conoscenza è rappresentato dalle armi tecnologicamente avanzate, il cui vantaggio relativo, ai fini della deterrenza nell’attuale regime multipolare, misura i reali rapporti di forza tra le grandi potenze. E, in caso di guerra convenzionale, più le armi sono cyber, più aumentano le speranze di vittoria sul campo. Ma se credete di beneficiare di un gap incolmabile perché, in quanto Occidente, siete lo scrigno delle conoscenze avanzate nel mondo, allora la loro messa alla prova sui campi di battaglia vi potrebbe deludere. Prendiamo la guerra in Ucraina: non tutti sanno che nell’ultimo anno non pochi proiettili e missili “intelligenti” americani a guida gps si sono rivelati inefficaci quasi al 95 per cento, a causa delle contromisure di Electronic warfare (Ew, in sigla) e di Jamming (disturbo elettronico dei sistemi di navigazione dei missili teleguidati) adottate dai comandi russi sul campo. Per esempio, la statistica accertata dice che su 3mila proiettili Excalibur americani a guida automatica, lanciati con gli obici M777 dagli ucraini dall’agosto 2022 allo stesso mese del 2023, il tasso di successo nel raggiungimento dei bersagli è passato dal 55 al 7-6 per cento! E questo è avvenuto proprio al culmine dell’offensiva ucraina nella scorsa estate. Ne deriva che per avere successo in un first strike, invece di spendere 300mila dollari come a gennaio 2023, a soli sei mesi di distanza, nell’agosto 2023, occorrevano 1,9 milioni di dollari, dovendo aumentare significativamente il numero dei lanci. Ovviamente, essendo un gioco tra guardie e ladri, a ogni implementazione tecnologica degli uni per disattivare le contromisure nemiche di disturbo ha corrisposto un’analoga modifica e adattamento degli altri per aggirare il nuovo ostacolo. Anche i modernissimi sistemi Jdam, Himars e Glsdb a guida gps incontrano oggi gli stessi problemi degli Excalibur.

Ed è per questo che l’artiglieria ucraina è tornata all’antico, utilizzando normali proiettili da cannone senza guida gps, certo meno accurati rispetto a quelli teleguidati e che, per di più, presentano il grande inconveniente di dover essere impiegati in grande quantità per garantire la distruzione di un singolo obiettivo. Ma anche qui le cose si fanno molto complicate, a causa del forte rallentamento delle forniture americane e occidentali di proiettili di artiglieria calibro 155. Ovviamente, le contromisure russe di Ew sono inefficaci nel caso dei proiettili a guida laser e dei cruise, che sfruttano l’orografia del terreno per raggiungere il loro bersaglio, ma necessitano di tutt’altro appoggio aereo e terrestre. Del resto, è del tutto ovvio che se si elimina la sorgente dei segnali gps si esclude contestualmente la possibilità dei dispositivi di Jamming di interferire con essi.

Altra controstrategia da parte ucraina è quella di colpire con raid aerei e missilistici le installazioni fisse dei radar (presenti soprattutto in Crimea), e di altre strumentazioni di disturbo dell’esercito russo, per rendere cieche e inservibili le loro contromisure. Per il corto raggio, nella battaglia di droni sempre più tecnologica, i due eserciti impiegano entrambi dispositivi elettronici mobili di Jammer, per impedire ai droni esplosivi di raggiungere i bersagli prefissati. A proposito di questi ultimi, è proprio Kiev all’avanguardia nei droni No-gps (senza gps) che utilizzano tecnologie “lidar”, o di tele-rivelamento con tecnica laser, dotati di sistemi che potenziano la navigazione ottica, utilizzando dati inerziali di accelerometri e giroscopi, sul tipo di quelli installati nei cellulari. Il tracciato da seguire viene selezionato grazie a mappe di bordo precaricate. Le forze speciali ucraine hanno altresì sviluppato software che utilizzano gli algoritmi dell’Intelligenza artificiale, per comparare le immagini video live delle riprese a terra dei droni, con documenti fotografici e immagini aeree precaricati, provenienti da fonti di intelligence.

Nel frattempo, in questa lotta di “Tit-for-tat” (rispondere colpo su colpo) i fornitori occidentali di armi a guida gps modificano in continuità le componenti software di missili e proiettili, intervenendo con delle “patches” (letteralmente “pezze” o toppe) che consentono di aumentare la resistenza ai disturbi elettronici dei loro prodotti. E questo perché anche le apparecchiature di Jamming hanno i loro bei “bachi” (bugs) o vulnerabilità interne, che li rendono permeabili alle contromisure avversarie. Il che è inevitabile, essendo ad esempio gli Excalibur progettati negli anni Novanta, quando il gps era ancora alle sue prime armi e le tecnologie per il warfare erano molto meno sofisticate rispetto a quelle attuali. E sono proprio gli armamenti più obsoleti provenienti dagli stock statunitensi ad avere maggiori difficoltà di impiego. Oggi, la maggior parte degli osservatori insiste a chiedersi come mettere fine a questa guerra di logoramento russo-ucraina, e a non trovare altra risposta se non quella di continuare ad aiutare Kiev, ostacolando in tutti i modi l’avanzata russa, per impedire a un Vladimir Putin vittorioso di minacciare i confini della Nato. Dato che attualmente la linea del fronte coincide sempre più con quella di confine tra i due Paesi, in cui Mosca sta ammassando truppe, logistica e munizioni per attaccare Kharkiv, sia gli Usa che altri Paesi principali fornitori di armi all’Ucraina hanno ricalibrato le loro famose “linee rosse” sull’utilizzo di missili a medio raggio, per consentire a Kiev di colpire all’interno dei territori russi di confine.

Dopotutto, per il diritto internazionale (ormai un simulacro, vista l’inutilità e la paralisi attuale delle Nazioni Unite) il Paese aggredito ha diritto a colpire in territorio nemico in azioni limitate di difesa. Altri, invece, puntano decisamente a una Nuova Yalta che, però, stavolta dovrebbe davvero assumere la forma di un Trattato sulla sicurezza internazionale, i cui maggiori player sarebbero Usa e Europa, da una parte, e Russia, Cina, India dall’altra. E, forse, non c’è davvero altra strada da percorrere per evitare un nuovo conflitto mondiale.

Aggiornato il 06 giugno 2024 alle ore 11:18