Eroi, imprese e narrazioni. Si può parlare di epica nei videogame?

La relazione tra epica e gaming non è di certo scoperta di oggi. L’intreccio che lega questi due mondi all’apparenza così distanti, uno ancorato al passato, l’altro proiettato al futuro, è in realtà complesso e ricco di esempi. Eppure, c’è qualcosa che va al di là della semplice commistione, dell’influenza dell’una sull’altro, dell’ispirazione. C’è qualcosa di intrinseco nel concetto stesso di epica.

Che cosa vuol dire epica? La parola deriva dal greco “epos”, ovvero “parola”, intesa però in un senso più ampio, quello di “racconto”, “narrazione”. Il racconto epico è quindi il racconto di un’impresa, di gesta storiche e leggendarie di un eroe o di un popolo, in grado di conservare e tramandare la memoria e quindi l’identità di quel popolo stesso. Sembra incredibile, ma alcuni videogame fanno la stessa cosa. Come primo nome possiamo fare quello della serie di giochi “The Elder Scrolls”, prodotto e sviluppato dalla Bethesda Game Studios. Si tratta di una saga di giochi che immergono i giocatori in mondi fantastici ricchi di storie epiche, miti e leggende, dando l’opportunità di esplorare terre vastissime, combattere mostri e intraprendere missioni eroiche. Una narrazione ricchissima unità alla descrizione vasta e dettaglia dei mondi svolgono un ruolo fondamentale nel coinvolgimento dei giocatori, che si trovano davanti ad un’esperienza immersiva che possiamo paragonare a quella che gli ascoltatori e gli spettatori degli aedi vivevano nell’Antica Grecia.

Un’Antica Grecia che da sempre è scenario privilegiato, insieme all’Antico Egitto e all’Impero Romano, di videogiochi e piattaforme, come dimostrano i grandi successi di “Assassin’s Creed Odissey”, “God of War III” oppure la slot machine online Ulisse, sviluppata da Capecod e apprezzatissima dagli utenti del web, che vengono trasportati nel mondo creato da Omero fatto di ciclopi e sirene, di mostri marini e dei vendicatori.

Un rapporto, quello tra epica e videogame, che è stato esplorato e indagato anche a livello accademico, come ci dimostra il lavoro svolto dal professor Francesco Toniolo, docente di Forme e generi del cinema e dell’Audiovisivo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nel 2020, infatti, si era occupato dell’epica dell’esplorazione marittima in “The Legend of Zelda: The Wind Waker” e spiegava: “Definire il concetto di epica in relazione ai videogiochi non è agevole. Nel generale uso e abuso contemporaneo del termine ‘epica’ in differenti contesti, anche i discorsi sui videogiochi, giornalistici e non solo, ricorrono abbondantemente a questa parola senza però mai definire cosa significhi in concreto. Viene definita ‘epica’ l’evoluzione stessa del videogioco in quanto medium, oppure si accosta il videogioco a un qualcosa che è – in vario modo – ‘epico’, senza estendervi necessariamente questo termine”.

Un rapporto complesso, difficile eppure per alcuni aspetti evidente. Un rapporto che lancia un altro interrogativo: i videogame possono essere intesi come l’epica dei nostri giorni?

Aggiornato il 07 maggio 2024 alle ore 11:59