La competizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina si concentra sul campo dell’Intelligenza artificiale (Ia). A maggio 2023, durante un evento organizzato da Goldman Sachs e SV Angel, Bill Gates ha predetto che “chiunque realizzerà per primo un assistente personale con Intelligenza artificiale farà sì che nessuno andrà più su un motore di ricerca”. In altri termini, chi svilupperà l’Ia più completa e avanzata guiderà l’intero sviluppo digitale con un vantaggio competitivo difficilmente recuperabile. Pochi giorni prima, la Casa Bianca aveva aperto un confronto su come regolare l’Intelligenza artificiale con i ceo di Microsoft, Alphabet, OpenAi e Anthropic, ossia con i vertici delle principali aziende candidate a ottenere questo primato. Non è inevitabile, tuttavia, che la tecnologia più evoluta verrà realizzata in Occidente.
Baidu, sotto molti aspetti l’equivalente di Google per il mercato cinese, ha infatti progettato e reso disponibile dal 31 agosto Ernie Bot, la sua risposta a ChatGpt, il software di OpenAi nel quale Microsoft ha investito 10 miliardi di dollari. Ernie Bot è il primo esempio di Intelligenza artificiale sviluppata a essere disponibile senza particolari restrizioni in Cina, ma non all’estero. Con l’annuncio della sua Ia, Baidu ha generato una crescita in borsa per il gruppo cinese a Hong Kong e ha dimostrato che la diffidenza reciproca tra Washington e Pechino in materia tecnologica non deve far temere soltanto il Governo cinese. Non appena ChatGpt ha visto crescere la sua popolarità in tutto il mondo — tranne che in Cina, dove è stato bloccato come in precedenza era già avvenuto con Google — numerose aziende del Dragone hanno utilizzato ingenti risorse per sviluppare i loro progetti di Ia generativa.
Persino tra le autorità politiche di maggiore rilievo si è fatta strada la convinzione, mai celata, dell’importanza di una “tecnologia nazionale”, con riferimenti anche espliciti all’intelligenza artificiale. Pure in Cina, al pari che negli Stati Uniti, la discussione su tale questione è stata orchestrata a livello governativo. Il 15 agosto, infatti, il Governo ha varato un regolamento provvisorio per il controllo dei servizi offerti tramite l’Ia generativa. Le nuove disposizioni, tuttavia, non impongono limiti particolarmente restrittivi e lasciano intuire un approccio piuttosto rilassato da parte delle autorità cinesi. Questo conferma la volontà di Pechino di non cedere il terreno della ricerca a Washington. Se prima la competizione tecnologica tra Cina e Stati Uniti era già aperta, adesso l’esito appare ancora più incerto.
Aggiornato il 05 settembre 2023 alle ore 15:59