In Australia scoppia il caso Samsung. La Commissione australiana per la concorrenza e i consumatori (Accc) ha avviato un procedimento presso il tribunale federale nei confronti di Samsung Electronics Australia Pty Ltd per aver fornito dichiarazioni false, fuorvianti ed ingannevoli nella pubblicità della resistenza all’acqua di vari telefoni cellulari con marchio “Galaxy” (*).
Secondo gli spot pubblicitari, i modelli Galaxy potevano essere immersi nell’acqua per 30 minuti a una profondità di 1,5 metri senza subire danni, continuando a funzionare quindi senza problemi. Peccato però che secondo l’Accc, non siano mai stati effettuati dei test ufficiali e sufficienti per provare il grado di resistenza all’acqua.
Inoltre, sul sito della Samsung, per quanto riguarda quei modelli veniva specificato che il loro utilizzo era sconsigliato in spiaggia o in piscina. Un messaggio alquanto contradditorio per il possibile cliente. Le violazioni alla legge si sarebbero verificate in oltre 300 spot pubblicitari su varie piattaforme a partire da febbraio del 2016. Ogni violazione riscontrabile potrebbe essere punibile con una multa che può raggiungere 10 milioni di dollari oppure fino al 10 per cento del fatturato. Il punto sottolineato dall’Accc è che i telefoni che sono stati pubblicizzati come resistenti all’acqua e quindi venduti ad un prezzo superiore rispetto ai telefonini che non dispongono di questa funzione. Tenendo conto che sono stati venduti oltre 4 milioni di telefonini considerati “waterproof”, la commissione parla di un possibile inganno nei confronti dei consumatori. Per avvalorare questa tesi, l’Accc è attualmente alla ricerca di sanzioni, ordini di riparazione dei consumatori, ingiunzioni o dichiarazioni.
Le promozioni “ingannevoli” includevano pubblicità sul sito web della casa sudcoreana, sui social media (Facebook, Twitter e Instagram), nei cartelloni pubblicitari, in televisione e in altri media. La risposta di Samsung Australia non si è fatta attendere: secondo i legali la società avrebbe operato seguendo la legge australiana e la loro posizione verrà difesa davanti alla Corte Federale australiana nei prossimi mesi.
Se dovessero perdere, si aprirebbe uno scenario legale senza precedenti.
(*) I telefoni soggetti al caso ACCC sono S10e, S10, S10 Plus, S9, S9 Plus, S8, S8 Plus, S7, S7 Edge, Nota 9, Nota 8, Nota 7, A8, A7 e A5, fabbricati tra il 2016 e 2019.
Aggiornato il 08 luglio 2019 alle ore 12:27