La notizia campeggiava ieri mattina in prima pagina a caratteri cubitali sul New York Post: un ente caritatevole islamico, il Cair, avrebbe finanziato con assegni da mille dollari ciascuno tutti quegli studenti Pro Pal che hanno passato guai giudiziari in America, dopo avere sobillato per quasi due anni proteste antiisraeliane nelle maggiori università americane. E, alcuni anche per il solo fatto di essere stati arrestati e finiti nei guai per episodi di antisemitismo. La cosa viene fuori anche a creare in questo momento un’ulteriore causa di frizione tra Donald Trump e il neo eletto sindaco di New York, Zohran Mamdani, a sua volta criticato nel passato recente per i propri statement antisraeliani. Nell’articolo di quasi due pagine, la 4 e la 5, e con gigantesca apertura in prima nell’edizione di ieri, si fanno anche una serie di nomi e cognomi di studenti e professori finiti nei guai e “rewarded” dal Cair, acronimo che significa Council on American-Islamic Relations. Organizzazione che opera in America da quasi trent’anni e probabilmente affiliata al network della Fratellanza mussulmana, che è notoriamente il movimento che ha in Hamas l’interfaccia armato in Gaza.
Recentemente organizzazioni simili sono spuntate fuori un po’ come i funghi in tutta Europa. Italia compresa. Segnatamente il quotidiano Il Tempo ne ha denunciata una in particolare, ricevendo in cambio una querela e svariate minacce anonime verso il direttore, il coraggioso Tommaso Cerno. Resta da chiedersi, citando il Cicerone delle Catilinarie: Usque tandem? Sempre ieri, Il Riformista intervistava l’ex super 007 Marco Mancini che parlava addirittura di “killer in sonno”, filoiraniani, pagati per fare attentati in Italia contro i simpatizzanti di Israele. Speriamo non debba scapparci il morto, o i morti, prima che qualcuno si svegli. Non solo nella magistratura ma anche a livello governativo.
Aggiornato il 20 novembre 2025 alle ore 11:08
