
Notizia positiva. Dopo il suo impegno e lavoro determinato e indefesso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha siglato l’accordo di pace tra i palestinesi e gli israeliani. Genti che si sono barbaramente ammazzate e uccise. All’incontro della firma in Egitto non era presente l’Unione europea nella persona di Ursula von der Leyen, ritenuta responsabile, affatto velatamente, di avere aizzato e aizzare la guerra, anziché la pace. Il presidente eletto Usa sta già lavorando all’altra pace da costruire, quella non meno difficile tra la Russia e l’Ucraina. Anche in quella il ruolo dell’attuale Europa di von der Leyen non brilla. Si è scoperto così che la pace non è poi così voluta come si sarebbe dovuto. Mandare armi in conflitti è chiaramente aizzare e volere la continuazione della guerra e dei conflitti. Siccome poi la pace è stata raggiunta da Donald Trump, è per taluni meno “pace”, anzi per niente tale, derubricata rattamente in mera e piccola “tregua”; poi ci sono quelli che dicono che i punti della pace scritti sono venti e ne sono stati firmati solo due, e via dicendo. Sminuire la pace raggiunta è come continuare a volere la guerra, più o meno.
Allora sì, alla firma dei mille punti inventati e scritti per avere la pace, dicono quelli con l’elmetto degli altri – e le bombe e i morti sempre degli altri – si sarebbe potuto dare a Trump il Nobel per la pace. E via dicendo. I fatti, tuttavia, sono duri e non demordono. La pace continua a essere la pace. E si fa. Grazie a Trump, che l’ha raggiunta nella veste di presidente eletto a maggioranza dagli americani in Usa. Finalmente una notizia positiva. Una notizia felice che dovrebbe sollevare i nostri animi. Altre notizie positive sono il fatto che presto anche la querelle russo-ucraina finirà, sempre grazie a Trump. L’Italia è uno dei pochi Stati membri europei che ha parteggiato per la pace, letteralmente dribblando questa Europa sbagliata. Esemplificativo è, in tal senso, Emmanuel Macron, uscente per tutti i francesi. Una nuova leadership europea eletta si impone come necessaria. Si dice tanto di parlare di buone notizie e, appena ce ne è una – e che buona notizia, la pace! – le si fanno le pulci fino persino a non ammetterla. La pace è la pace. La migliore notizia nel mondo e per il mondo.
Aggiornato il 15 ottobre 2025 alle ore 12:31