È stato raggiunto l’accordo per Gaza

L’accordo è stato raggiunto nella notte. Hamas ha accettato almeno quattro dei 20 punti proposti nel piano di pace di Donald Trump, già accolto nei giorni scorsi con positività dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. Lo Stato ebraico e i terroristi hanno trovato un’intesa sulla “prima fase” dell’accordo, che prevede la sospensione dei combattimenti e la liberazione di almeno 20 ostaggi ritenuti ancora in vita. L’annuncio ufficiale è arrivato poco prima dell’una italiana, direttamente dal commander-in-chief statunitense, che su Truth Social ha celebrato lo storico risultato. “Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace. Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte e duratura”, ha scritto Trump al termine di una giornata in cui si erano moltiplicati i segnali di un accordo imminente. Infatti, già in serata alcuni telegiornali mostravano fiducia sulla chiusura dell’intesa. Tra questi, il bigliettino che il segretario di Stato Marco Rubio gli avrebbe consegnato durante una tavola rotonda sul neo gruppo terroristico Antifa, chiedendo l’autorizzazione per la pubblicazione del messaggio sul social media, così da consentirgli di annunciare per primo la pace a Gaza. La portavoce del governo israeliano ha spiegato che alle 17 (ora locale, le 16 in Italia) si terrà una riunione di gabinetto e un'ora dopo ci sarà la riunione di Governo. "Entro 24 ore dalla riunione del Consiglio dei ministri, entrerà in vigore un cessate il fuoco a Gaza. L’Idf si ritirerà sulla linea gialla come indicano le mappe del piano Trump. Dopo 24 ore, inizieranno le 72 ore durante le quali tutti i nostri ostaggi saranno rilasciati e riportati in Israele”.

“Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti dAmerica. Ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti. Benedetti gli operatori di pace!”, ha aggiunto il presidente, confermando che nel fine settimana si recherà in Medio Oriente – e forse anche a Gaza – per incontrare i protagonisti dell’accordo. “Con l’aiuto di Dio, riporteremo tutti a casa”, ha fatto eco il premier israeliano, che ha convocato d’urgenza la Knesset per approvare il piano e poi ha avuto un colloquio telefonico con Trump. A Gaza, la notizia ha scatenato scene di festa: migliaia di persone sono scese in strada e le famiglie degli ostaggi hanno inviato un videomessaggio di ringraziamento al tycoon americano. Hamas, in un comunicato ufficiale, ha dichiarato che “l’accordo determina la fine della guerra a Gaza, il ritiro dell’Idf, l’ingresso di aiuti e lo scambio di prigionieri, dopo negoziati responsabili e seri che il movimento ha condotto insieme alle fazioni”. Il gruppo ha inoltre espresso “apprezzamento profondo per gli sforzi dei fratelli mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, e del presidente americano”, ma ha invitato Trump a “fare pressione su Israele affinché rispetti pienamente i termini stabiliti”.

Anche l’Italia ha espresso soddisfazione per l’intesa. “L’accordo di pace per Gaza è un grande successo della diplomazia americana e di chi, come il governo italiano, non ha mai smesso di relazionarsi con tutti gli Stati coinvolti e non ha assecondato quanti spingevano per una contrapposizione frontale con Israele. Atteggiamento che è valso a Giorgia Meloni la delirante accusa di complicità in genocidio ma che in realtà la rende a tutti gli effetti complice dell’accordo di pace raggiunto”, ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. “Dal Medio Oriente arrivano ottime notizie: la pace è vicina. L’Italia, che ha sempre sostenuto il piano statunitense, è pronta a fare la sua parte per consolidare il cessate il fuoco, per fare arrivare nuovi aiuti umanitari e per partecipare alla ricostruzione di Gaza. Pronti anche a inviare militari in caso di creazione di una forza internazionale di pace per riunificare la Palestina”, ha scritto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un post su X. E infine la premier Meloni ha affermato, al Tg1, di star vivendo “un giorno storico. Dobbiamo dare merito al lavoro straordinario portato avanti in particolare al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e ringraziare i mediatori che sono stati numerosi in queste ore, a partire dallo sceicco Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, principe del Qatar con il quale ho parlato anche ieri sera, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan: c'è stato un lavoro di squadra che è stato estremamente prezioso e che ci consente oggi di iniziare una fase nuova”.

Restano da capire le modalità e i tempi del ritiro israeliano, uno dei punti meno specificati del piano. Un alto funzionario della Casa Bianca ha dichiarato alla Cnn che “una volta votato a favore, Israele dovrà ritirarsi sulla linea, il che dovrebbe richiedere meno di 24 ore”. Successivamente scatterà un termine di 72 ore per il rilascio degli ostaggi israeliani. “La nostra valutazione è che gli ostaggi inizieranno a essere rilasciati lunedì”, ha spiegato la fonte, anche se altre fonti non escludono che le liberazioni possano iniziare già nel fine settimana. Secondo la Bbc, Israele avrebbe respinto la richiesta di Hamas di includere Marwan Barghouti nello scambio dei prigionieri, nonostante le pressioni esercitate dai terroristi islamisti durante le ultime fasi dei colloqui.

COSA PREVEDE L’ACCORDO

L’accordo raggiunto nella notte tra Israele e Hamas riguarda la prima fase del piano di Donald Trump, e prevede un cessate il fuoco immediato e il rilascio dei 48 prigionieri di Gaza, che, secondo Trump, dovrebbe avvenire lunedì. Le autorità israeliane stimano che circa 20 di questi siano ancora in vita. Resta aperta la questione della lista dei 1.950 prigionieri palestinesi che Israele dovrà liberare in cambio degli ostaggi. Di questi, 250 sono condannati all’ergastolo, mentre gli altri 1.700 si trovano detenuti nella Striscia di Gaza. Prima della liberazione, l’esercito israeliano dovrà ritirarsi fino alla “linea gialla, definita dagli Stati Uniti come confine temporaneo della prima fase di disimpegno. Questa linea permetterà alle forze israeliane di mantenere una presenza militare all’interno di Gaza, con una profondità di 1,5 chilometri nel punto più stretto e 6,5 nel più ampio, controllando quasi la metà dell’enclave. Il ritiro iniziale avverrà per consentire alle milizie di Hamas di individuare tutti gli ostaggi, aprendo la strada alle fasi successive del piano di pace.

Aggiornato il 09 ottobre 2025 alle ore 15:20