
Donald Trump e Mark Carney avrebbero raggiunto un’intesa sui dazi. Il presidente degli Stati Uniti e il premier canadese “hanno concordato che le parti riprenderanno i negoziati al fine di raggiungere un accordo sui dazi entro il 21 luglio 2025”. Lo ha detto il ministro delle Finanze canadese Francois-Philippe Champagne annunciando la revoca della tassa sui servizi digitali (Dst) imposta alle aziende statunitensi. Non ci sono stati commenti immediati dalla Casa Bianca o dal presidente Trump, che ha dichiarato venerdì di aver posto fine ai colloqui commerciali tra i vicini nordamericani sulla tassa, aggiungendo che Ottawa verrà a conoscenza di una nuova aliquota tariffaria sui beni canadesi entro una settimana. La tassa sui servizi digitali è stata emanata lo scorso anno e si prevedeva che generasse un introito di 5,9 miliardi di dollari canadesi (4,2 miliardi di dollari Usa) in cinque anni. Sebbene la misura non fosse nuova, i fornitori di servizi statunitensi avrebbero “rischiato un pagamento multimiliardario in Canada” entro la data odierna, ha recentemente osservato la Computer & Communications Industry Association.
La tassa del 3 per cento si applica alle grandi aziende o multinazionali come Alphabet, Amazon e Meta che forniscono servizi digitali ai canadesi, e Washington aveva precedentemente richiesto colloqui di risoluzione delle controversie sulla questione. Queste aziende erano accusate di sfruttare la natura immateriale del loro business per evitare di pagare il fisco. “L’abolizione della tassa sui servizi digitali farà avanzare le discussioni e sosterrà i nostri sforzi per creare posti di lavoro e costruire prosperità”, ha dichiarato il ministro delle Finanze canadese sul social X. Il Canada è stato risparmiato da alcuni degli alti dazi che Trump ha imposto ad altri Paesi, ma si trova ad affrontare un regime tariffario separato. Da quando è tornato alla Casa Bianca a gennaio, Trump ha anche imposto forti imposte sulle importazioni di acciaio, alluminio e automobili. Il Canada è il principale fornitore di acciaio e alluminio agli Stati Uniti.
Intanto, come scrive Il Sole 24 Ore, entrano oggi in vigore le riduzioni tariffarie per i prodotti automobilistici e aerospaziali britannici esportati negli Stati Uniti. Lo ha annunciato il Governo di Londra, che ha definito l’accordo con Washington un “importante sostegno” ai settori strategici nazionali. L’intesa, siglata a maggio, prevede il taglio dei dazi sulle auto dal 27,5 per cento al 10 per cento (fino a un massimo di 100mila veicoli all’anno) e la rimozione dei dazi del 10 per cento sui motori aeronautici, come quelli prodotti dalla Rolls Royce. Il premier Keir Starmer ha parlato di “migliaia di posti di lavoro salvati” e di un risparmio “di centinaia di milioni di sterline ogni anno”. In cambio, il Regno Unito ha accettato di aprire il proprio mercato a maggiori quantità di etanolo e carne bovina statunitense, con riserva sul rispetto degli standard sanitari britannici. Nonostante i progressi, resta aperta la questione delle esenzioni sui dazi per acciaio e alluminio (attualmente al 25 per cento), su cui si continua a negoziare senza una scadenza definita.
Aggiornato il 30 giugno 2025 alle ore 12:53